mercoledì 30 aprile 2014

LITTLE ROBERT - ME AND THE DEVIL BLUES (di Stefano Carboni)

William Brown giovane bluesman con cui era entrato in contatto Alan Lomax in uno dei suoi viaggi nel sud, fu il primo a parlare di Robert Leroy johnson, fu lui ad indicare la strada per raggiungere quello che era l'obbiettivo di Lomax obiettivo da anni,

Little Robert.

Gli disse che era sparito da un po' di tempo, il Delta lo aveva ingoiato verso la fine degli anni 30'.



Disse che probabilmente avrebbe potuto trovarlo a Tunica County dove abitava la madre.

Robert Leroy Johnson era già stato “scoperto” dalla proto industria discografica del tempo.

In quel periodo i dischi di musica nera si vendevano a milioni, soprattutto al proletariato nero, così gli fecero fare le sua prime 12 registrazioni che erano già conosciutissime al Sud.



Lomax raggiunse la casa della madre di Little Robert e La trovò scalza, seduta nella veranda della baracca dove abitava.
Sembrava quasi che lo stesse aspettando.

disse subito: "Little Robert è morto, lo ha portato via il diavolo."



Le sue parole riportano alla mente la strana leggenda che aleggiava intorno alla vita di Little Robert.

Son House raccontava che Robert, che era suo allievo, aveva imparato molto in fretta a suonare ma era molto giovane, acerbo, e quando era in mezzo ai musicisti più grandi veniva preso in giro.

Un giorno sparì e disse che andava in Arkansas, al suo ritorno era cambiato.

Aveva una chitarra sua che suonava divinamente, in breve tempo era diventato il miglior chitarrista mai sentito, meglio di Blind Lemmon che era il maestro di Son House.

Così si diffuse la voce che avesse venduto l'anima al diavolo, per poter diventare il più grande chitarrista di tutti i tempi.




Una notte in un incrocio polveroso, venne avvicinato da the Big Black Man il quale in cambio della sua anima gli accordò la chitarra, e da quel momento qualsiasi melodia sentisse era in grado di suonarla immediatamente.

Iniziò così a suonare e a viaggiare, aveva una donna in ogni contea, era diventato il più grande bluesman di tutti i tempi.



Una sera qualcuno allungò al piccolo Robert del whisky avvelenato.
Robert aveva una relazione con la moglie del proprietario del Juckjoint, dove si stava esibendo, così il marito della donna infastidito dalla cosa, gli passò una bottiglia di whisky aperta.
Sonny Boy Williamson, grande armonicista e cantante che quella sera suonava con lui, gli disse di non avrebbe dovuto bere da una bottiglia aperta offerta da uno sconosciuto.
Robert non se ne curò e bevve lo stesso, purtroppo però il whisky era avvelenato, e dopo poco si sentì così male che fu costretto a smettere di suonare.
Due giorni durò la sua agonia e nessuno fu in grado di salvarlo.



E’ questa la parte più straziante del racconto che sua madre fece ad Alan Lomax, quando disse che era stata chiamata perchè suo figlio stava morendo.



Naturalmente per tutti la sua morte rimase un mistero.

Qualcuno insinuò che dopo 10 anni di successi, concerti, donne e soldi, il diavolo era tornato a prendersi la sua anima.

Di Robert Johnson rimangono 29 meravigliose registrazioni che ancora oggi rappresentano il meglio del delta blues.

Nei suoi brani alimentava la leggenda che avesse venduto l'anima al diavolo e ormail la leggenda era diventata realta, come in ME AND THE DAVIL BLUES.



Era Innovativo e malinconico, trascinante, dolcissimo, straziante e magico… è questa la musica del Diavolo?



A me sembra più la voce di un angelo






.http://youtu.be/3MCHI23FTP8

Stefano Carboni





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