Qualche giorno fa ho perso il mio papà. Il tutto è successo
dopo una lunga agonia, in ospedale, di notte, la notte del venerdì prima di
Pasqua.
Era la prima volta che una perdita mi colpisse così da
vicino e soprattutto che mi dovessi occupare
di tutta la parte burocratica .
Ad un’ora dalla sua morte il primo incontro con l’impiegato
delle pompe funebri (all’1 di notte ,
papà era morto alle 23,30), lì davanti al corpo di mio padre ancora sul letto
dell’ospedale.
Devo andare a casa (che si trova a Don Bosco) a prendere gli
abiti per vestire papà e i documenti del loculo di famiglia e ritornare
all’ospedale (a Trigoria) entro le 8 , dove ho di nuovo appuntamento con
l’impiegato, questa volta però negli uffici attigui alla camera mortuaria che ospita papà.
E qui inizia un iter che non auguro a nessuno ma che, a
quanto pare, tocca a tutti.
La prima cosa che vengo a sapere è che il loculo che la
nostra famiglia ha al cimitero, poiché è occupato da mia nonna morta 38 anni
fa, per poterlo utilizzare per mio papà
costa € 2360 di tasse (il loculo è nostro lo abbiamo
riconfermato due anni fa pagando € 3600), poi € 900 per tirare fuori la cassa
di mia nonna e poi, poiché il 90% dei corpi tirati fuori dal cimitero Flaminio
sono ancora integri (pare che sia dovuto
all’umidità), bisognerebbe cremare il corpo
di nonna al costo di € 850. L’alternativa sarebbe cremare papà.
Questa decisione non la posso prendere da sola, chiamo mamma
la quale questa ipotesi non la vuole neppure valutare.
Alternativa c’è un loculo libero e costa € 1650 , si risparmia e il corpo di
papà può essere tumulato subito e non deve rimanere due settimane al deposito.
Chiaramente la decisione va sul nuovo loculo.
L’incubo sembra finito, invece no.
Esce il catalogo delle casse da morto.
Di che legno la vuole, di che colore, come la vuole
decorata, e poi i piedini, le maniglie, i fiori, le scritte, i santini, il
libro delle firme , ecc. ecc.
La soluzione più semplice, niente decorazioni, non scelgo
piedini, né maniglie, né santini, né libro firme: costo € 3600, lapide esclusa,
+ IVA chiaramente.
Provo a spiegare che non è una festa di cui mi deve rimanere
un bel ricordo, ma un momento triste , che le persone si devono godere le feste
da vive e non da morte ma mi viene risposto che non tutti la pensano come me.
Penso “è finita”.
Ancora no, bisogna andare alla chiesa (si torna a Don Bosco) per fissare l’appuntamento
per il funerale. Papà è morto la notte
del venerdì santo, prima di Pasqua, quindi il funerale non si può fare prima
del martedì, dopo tre giorni e poi deve essere celebrato non oltre le 10,30
altrimenti quando arriviamo al cimitero Flaminio sono in pausa pranzo e
rischiamo di non riuscire a tumulare il giorno stesso. Trovo l’appuntamento
giusto all’ora giusta.
Devo spedire via fax la copia del documento di mia madre e
il foglio della prenotazione della chiesa.
Sono le 12 del sabato e finalmente posso abbandonarmi al mio
dolore e aspettare martedì per
accompagnare papà nel suo ultimo viaggio sulla Terra.
Almeno da morti dovremmo avere tutti lo stesso
trattamento, il funerale dovrebbe essere un atto dovuto ed uguale per tutti ,
l’unica cosa da comunicare se religioso o laico, e nel caso della scelta
religiosa, con quale rito, a costo zero .
Il corpo dovrebbe
tornare nella terra e non continuare a sostare in un condominio senza che mai
né il sole, né la pioggia, né il vento possa accarezzarlo , e soprattutto senza
che lui possa diventare Humus, nutrimento.
Il mio papà invece risiederà in un condominio anche dopo
morto, al quarto piano, in una delle torri più ambite del cimitero Flaminio, unica pecca:
bisognerà prendere la scala per mettergli i fiori.
https://www.youtube.com/watch?v=AZ8mrzSKzQs
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