mercoledì 30 aprile 2014

A LIVELLA

Qualche giorno fa ho perso il mio papà. Il tutto è successo dopo una lunga agonia, in ospedale, di notte, la notte del venerdì prima di Pasqua.
Approfitto di questo spazio perché la mia esperienza possa essere di aiuto a molti.


Era la prima volta che una perdita mi colpisse così da vicino e soprattutto che mi dovessi occupare  di tutta la parte burocratica .
Ad un’ora dalla sua morte il primo incontro con l’impiegato delle pompe funebri  (all’1 di notte , papà era morto alle 23,30), lì davanti al corpo di mio padre ancora sul letto dell’ospedale.
Devo andare a casa (che si trova a Don Bosco) a prendere gli abiti per vestire papà e i documenti del loculo di famiglia e ritornare all’ospedale (a Trigoria) entro le 8 , dove ho di nuovo appuntamento con l’impiegato, questa volta però negli uffici attigui alla camera mortuaria  che ospita papà.
E qui inizia un iter che non auguro a nessuno ma che, a quanto pare,  tocca a tutti.
La prima cosa che vengo a sapere è che il loculo che la nostra famiglia ha al cimitero, poiché è occupato da mia nonna morta 38 anni fa, per poterlo utilizzare  per mio papà costa 2360  di tasse (il loculo è nostro lo abbiamo riconfermato due anni fa pagando € 3600), poi € 900 per tirare fuori la cassa di mia nonna e poi, poiché il 90% dei corpi tirati fuori dal cimitero Flaminio sono ancora integri  (pare che sia dovuto all’umidità), bisognerebbe  cremare il corpo di nonna al costo di € 850. L’alternativa sarebbe cremare papà.
Questa decisione non la posso prendere da sola, chiamo mamma la quale questa ipotesi non la vuole neppure valutare.
Alternativa c’è un loculo libero  e costa € 1650 , si risparmia e il corpo di papà può essere tumulato subito e non deve rimanere due settimane al deposito.
Chiaramente la decisione va sul nuovo loculo.
L’incubo sembra finito, invece no.
Esce il catalogo delle casse da morto.
Di che legno la vuole, di che colore, come la vuole decorata, e poi i piedini, le maniglie, i fiori, le scritte, i santini, il libro delle firme , ecc. ecc.
La soluzione più semplice, niente decorazioni, non scelgo piedini, né maniglie, né santini, né libro firme: costo € 3600, lapide esclusa, + IVA chiaramente.
Provo a spiegare che non è una festa di cui mi deve rimanere un bel ricordo, ma un momento triste , che le persone si devono godere le feste da vive e non da morte ma mi viene risposto che non tutti la pensano come me.
Penso  “è finita”.
Ancora no, bisogna andare alla chiesa  (si torna a Don Bosco) per fissare l’appuntamento per il funerale.  Papà è morto la notte del venerdì santo, prima di Pasqua, quindi il funerale non si può fare prima del martedì, dopo tre giorni e poi deve essere celebrato non oltre le 10,30 altrimenti quando arriviamo al cimitero Flaminio sono in pausa pranzo e rischiamo di non riuscire a tumulare il giorno stesso. Trovo l’appuntamento giusto all’ora giusta.
Devo spedire via fax la copia del documento di mia madre e il foglio della prenotazione della chiesa.
Sono le 12 del sabato e finalmente posso abbandonarmi al mio dolore e aspettare martedì per  accompagnare papà nel suo ultimo viaggio sulla Terra.
Almeno  da morti dovremmo avere tutti lo stesso trattamento, il funerale dovrebbe essere un atto dovuto ed uguale per tutti , l’unica cosa da comunicare se religioso o laico, e nel caso della scelta religiosa, con quale rito, a costo zero .
Il corpo dovrebbe tornare nella terra e non continuare a sostare in un condominio senza che mai né il sole, né la pioggia, né il vento possa accarezzarlo , e soprattutto senza che lui possa diventare Humus, nutrimento.
Il mio papà  invece risiederà in un condominio anche dopo morto, al quarto piano,   in una delle torri più ambite del cimitero Flaminio, unica pecca: bisognerà prendere la scala per mettergli i fiori.
https://www.youtube.com/watch?v=AZ8mrzSKzQs


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