mercoledì 30 aprile 2014

Trascendere... A prescindere!

Un vecchio proverbio recita "Maggio, vai adagio". Probabilmente i nostri nonni con questa formula ci ammonivano al fine di prestare attenzione nell'essere avventati ad indossare indumenti troppo leggeri in un mese dove pioggia e freddo sono ancora dietro l'angolo. Personalmente però mi piace interpretare tale massima anche sotto il punto di vista del movimento. Perciò pensare di trovarci già al mese di Maggio e già al quarto articolo di LIFE ON MARS mi fa sperare nella possibilità che il quinto mese dell'anno possa scorrere tranquillamente; adagio appunto.
Prima di entrare nel vivo di questo articolo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno già letto i precedenti e dare il ben venuto ai (spero numerosi) nuovi lettori di questa rubrica dedicata al mondo del cinema.

Il titolo dell'articolo di questo mese non lascia molto spazio all'immaginazione. Come sicuramente avrete intuito parlerò di TRANSCENDENCE, un film di Wally Pfister, con un Johnny Depp "scremato" da tutti gli eccessi dei suoi ultimi personaggi.

"Il dr. Will Caster è uno dei più brillanti studiosi nel campo dell'intelligenza artificiale, al momento al lavoro su PINN, un sistema altamente avanzato di computer con autocoscienza basato sul cervello di scimmie usate come cavie. Quando un attentato portato da una frangia terroristica che mira a bloccare lo sviluppo di simili tecnologie lo condanna a morte la moglie, anch'essa studiosa, decide di sottoporre la sua mente al medesimo procedimento operato sul cervello della scimmia e caricarla dentro PINN per vedere se la sua mente possa continuare a viva usando i computer al posto della materia grigia. L'esperimento ha successo al di là di ogni aspettativa e la mente di Will Caster non solo vive ma acquista rapidità e
potenza di calcolo contaminandosi con i computer e avendo accesso ad internet arriva ovunque cominciando a pianificare la propria sopravvivenza e il proprio potenziamento. Solo il fronte terroristico anti-intelligenza artificiale sembra aver capito tutto quel che sta accadendo." (Fonte: MYmoovies.it) 

Solitamente non prendo in prestito da altri siti la trama del film, preferisco essere io a sviscerare con il lettore le sfumature dell'opera in esame. Per questo film però ho fatto un'eccezione e il motivo è molto semplice: non è nello svolgersi della storia l'elemento fondamentale del lungometraggio.
Se si è appassionati o anche semplicemente frequentatori del background fantascientifico, la trama del film sembra condurci ad uno sterile già sentito: un'intelligenza artificiale super-evoluta sfugge al controllo di chi l'ha creata (l'essere umano) e degli "eroi" (sempre gli esseri umani) devono tentare di tutto per fermarla. Nulla di nuovo quindi? Anch'io inizialmente la pensavo così. Poi la mia sete di fantascienza mi ha portato a vedere il film e mi sono dovuto ricredere. TRANSCENDENCE infatti ha sì una storia decisamente lineare e scorrevole, per dirla alla Dante sanza 'nfamia e sanza lodo, ma ha nella sua faretra due o tre frecce che lo rendono una pellicola degna di essere presa in considerazione in una rubrica di cinema.

La prima di queste frecce sta proprio nello svolgersi della storia che, se non eccelle per originalità e innovazione, resta sicuramente gradevole e ben scritta: tutti i nodi vengono sciolti a non ci sono elementi di disturbo (che purtroppo abbondano in molti film di questo genere).

La seconda freccia riguarda la tematica trattata. Come abbiamo già accennato, in questo tipo di fantascienza abbiamo quasi sempre una macchina impazzita che vuole riplasmare il mondo a sua immagine e somiglianza, cercando di cancellare l'umanità, e una forza di resistenza umana che si contrappone a questa annunciata apocalisse. Forse l'esempio cinematografico più chiaro è la saga di TERMINATOR.
Esiste però un filone, soprattutto letterario, in cui il Villain (il cattivo) non è il "diverso"(la macchina o l'alieno) ma proprio l'essere umano. In questo caso si pensi alle CRONACHE MARZIANE di Ray Breadbury o al famosissimo film Disney BAMBI.
Definirei TRANSCENDENCE una sorta di fantascientifico BAMBI (riferendomi all'aspetto positivo del paragone e non a quello fanciullesco). Da qui il titolo dell'articolo: trascendere... a prescindere!
La trascendenza di cui si parla nel film è quella condizione di miglioramento che la razza umana può (e dovrebbe) attuare. L'aspetto a prescindere invece è quel pessimo retaggio morale che la stessa razza umana si porta dietro, come un fardello, praticamente da sempre; un atavico senso di conservazione che la porta a giudicare negativamente qualsiasi essere diverso da se stessa: il diverso è una minaccia.
Una delle frasi ricorrenti del film è proprio: "non capiscono ciò che è diverso da loro e lo temono". Questo elemento di riflessione e il modo in cui viene trattato, diviene il punto di forza del film ed è inevitabile rifletterci su una volta usciti dalla sala cinematografica. L'essere umano non comprende la diversità e la carica della stessa malvagità di cui lui è portatore. È come essere raffreddati e pensare che, se qualcun altro tossisce, è affetto dalla nostra stessa malattia.
Muovendo da questo assunto, TRANSCENDENCE riesce a trascendere dal semplice film "mordi e fuggi" e ci regala una discreta esperienza con tanto di riflessione sulla nostra attuale condizione: avere paura di tutto e di tutti, un leitmotiv che orma ci viene somministrato giorno dopo giorno dagli organi di stampa - e non solo - e al quale ci stiamo pericolosamente abituando.

C'è un terzo dardo nella faretra del film, che non sottovaluterei rispetto ai primi due: finalmente torniamo ad osservare un Jonny Deep privo di eccessi e di caricature. Senza nulla togliere allo stralunato Jack Sparrow (e ai personaggi Sparrowniani interpretati successivamente da Deep), il dr. Will Caster credo ci volesse per il noto attore; tant'è che, alla fine del film, ci si trova anche ad apprezzare la scelta del casting. Infatti Deep in questo ruolo finisce per dare ancora più rilevanza alla bontà di intenti dell'intelligenza artificiale. L'attore interpreta perfettamente il ruolo del BAMBI tecnologico.


Per concludere quindi direi che il film merita di essere visto, senza troppe pretese, ma con un occhio critico su "chi siamo" e sul perché continuiamo ad essere così presuntuosi ed egocentrici da pensare che tutto il resto del creato (che spesso è fuori dalla nostra consapevolezza) debba essere necessariamente a nostra immagine e somiglianza. Forse sarà colpa di quel vecchio detto "Maggio, vai adagio"...
Oppure sarebbe semplicemente il caso di darci una svegliata e di rinnovarci un po', di evolverci ad uno stadio diverso, di trascendere appunto. A prescindere dal retaggio tramandatoci dai nostri predecessori. 

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