Possa io
fare della mia vita qualcosa di semplice e diritto, come un flauto di canna che
il Signore riempie di musica. Rabindranath Tagore
1) Compositore, direttore d’orchestra carismatico, docente
di direzione per la didattica della
musica presso il conservatorio di Perugia… quale musica ascolta un direttore quando non lavora ?
Sono curioso, ascolto musica “nuova” (se parliamo di
musica già registrata). Non faccio distinzioni di generi o di appartenenze,
preferisco però quella che già dai primi secondi trovo “intelligente”, oppure che sappia provocare o ancora che tratti l’assunto da un punto di vista
diverso/originale. Ascolto la musica che ha un’architettura e non solo
sperimentazioni fini a se stesse… Posso quindi affermare che per me non
è importante se un brano appartenga al rock o si tratti di una sinfonia, purché non sia banale ma propositivo, e che contenga ricerca, studio e buone idee. Ad ogni modo, non ascolto mai ciò che sto “montando“ in quel momento, preferisco prima studiare a fondo e farmi un’idea estremamente personale... solo alla fine ascolto le interpretazioni dei colleghi per un confronto fertile.
è importante se un brano appartenga al rock o si tratti di una sinfonia, purché non sia banale ma propositivo, e che contenga ricerca, studio e buone idee. Ad ogni modo, non ascolto mai ciò che sto “montando“ in quel momento, preferisco prima studiare a fondo e farmi un’idea estremamente personale... solo alla fine ascolto le interpretazioni dei colleghi per un confronto fertile.
2) Cosa è il coro scenico ? Hai
sperimentato questa forma di spettacolo anche in Italia; cosa aggiunge
alla performance musicale?
Trovo che la “musica” e il “teatro” nel coro scenico siano due linguaggi simmetrici, dialoghino alla pari e quindi si supportino. Nessuno dei due elementi è subalterno all’altro, non c’è una musica che accompagni meglio una scena, né una drammatizzazione che valorizzi un canto.
Trovo che la “musica” e il “teatro” nel coro scenico siano due linguaggi simmetrici, dialoghino alla pari e quindi si supportino. Nessuno dei due elementi è subalterno all’altro, non c’è una musica che accompagni meglio una scena, né una drammatizzazione che valorizzi un canto.
Mi sono avvicinato al coro scenico grazie alle mie
frequentazioni e al mio lavoro in Brasile dove, da molti anni, utilizzano
questo tipo di performance. Devo dire di essermi avvicinato con estrema cautela all’inizio anche perché ero disorientato,
avendo come riferimento il nostro teatro musicale: il melodramma. Nel coro s. non vi è mai un momento
didascalico e descrittivo dell’azione: i due linguaggi (quello musicale e quello scenico) sono mediati/filtrati
dalla lettura dello spettatore che, secondo il proprio grado culturale e la
propria sensibilità, potrà cogliere più significati dell’intera rappresentazione…
Il coro non è necessariamente una moltitudine di persone ma diviene nell’azione drammaturgica “personaggio” o in altre scene può anche
essere un “sentimento”.
La mia esperienza italiana è stata con il coro de “I
Madrigalisti Romani”. Ho montato uno spettacolo
di coro scenico intitolato: “Che dar più vi poss’io” dove venivano rappresentati
madrigali di Claudio Monteverdi. È stata una grande sfida perché sicuramente il
compositore, nello scrivere i suoi
madrigali, con la loro forma così compiuta,
non aveva concepito anche una forma scenica… Tutti i soggetti dei
madrigali, personaggi e sentimenti, sono stati messi in scena dal coro. Sono
soddisfatto dello spettacolo per la raffinatezza delle azioni e per la qualità
del gruppo vocale.
3) Hai collaborato
per anni con un sensibile regista brasiliano: Magno Bucci (specialista in rappresentazioni di coro
scenico) . Quali “valori” condividete ?
Con il Maestro brasiliano Magno Bucci ho molte affinità e mi piace molto lavorare...
Condividiamo senza dubbio buona musica e buon teatro ma il confronto con lui su molte tematiche
culturali e sociali mi accresce personalmente. Anche quando lavoriamo insieme,
ricerchiamo e studiamo, siamo appassionati e perdiamo totalmente il “concetto
del tempo” (non ci accontentiamo facilmente). Alla fine del
severo impegno amiamo condividere, con il nostro pubblico, il risultato della
nostra creatività.
Il Maestro Magno Bucci ha firmato ormai diversi lavori di
regia in Italia: per i Cantori di Brema,
opera rappresentata al Rendano di Cosenza, fu invitato, appositamente per le
sue qualità, a tradurre le azioni con il linguaggio del coro scenico.
4) Sei stato direttore della Juniorchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Cosa ti ha arricchito di questa esperienza ? Cosa avresti voluto cambiare ?
La Juniorchestra è un’orchestra di bambini senza limite minimo d’età per
entrare ma con il limite di 18 anni per poterci rimanere, quindi la più grande
sfida per me è stata quella di far fare musica insieme a bambini con
diversissimi livelli di preparazione e conoscenza strumentale, oltre a livelli
culturali diversi. La musica era il loro unico collante.
Questa esperienza mi ha portato ad affinare le competenze come direttore d’orchestra avendo
avuto in passato solo orchestre di professionisti o di ragazzi di età più
omogenee. Inoltre, quando lavoravo con la Juniorchestra, ero affiancato dai
professori dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia che aiutavano i bambini a
risolvere le problematiche tecniche che incontravano nella preparazione del
repertorio. Il contatto con i professori della O. Sinfonica mi è stata molto
utile ( ho imparato molto) .
A detta di molti spettatori, l’emozione grande era quella di ascoltare quei bambini e di sentirli
affrontare pagine orchestrali di grande
impegno. La sonorità, l’intonazione, il fraseggio erano di ottimo livello.
L’orchestra è una società sana che cresce bene insieme quando tutti si
impegnano…. Credo fortemente in questo e continuo ad impegnarmi con altre
orchestre di bambini e ragazzi sperando che in futuro tutti noi abbiamo la
possibilità di sostenere la nascita di tante Juniorchestre in ogni città e in
ogni quartiere.
5) Cosa stai preparando ? Ricordaci le
coordinate dei tuoi prossimi impegni.
Ho ultimato la preparazione di un progetto con il coro Novum Convivium Musicum e con l’Orchestra
Internazionale di Roma (orchestra di ragazzi) contro tutte le guerre: The Armed Man - A Mass For Peace di Karl
Jenkins. Questa messa, intensa e piena di colori forti, denuncia chiaramente
gli orrori di ogni guerra. Già per la mia prima esecuzione, avvenuta il 24
maggio scorso a Santa Prassede in Roma, mi sono avvalso della collaborazione
del Maestro Annalisa Pellegrini con i suoi cori, Cantoria Nova Romana, Rome Youth Choir e coro voci bianche Pueri Cantores. Insieme a queste
compagini artistiche è in programma una tournée in Italia nei prossimi mesi
passando per Vallombrosa, Terni, Foggia, Cosenza e nuovamente a Roma per la
Festa della Musica nei primi giorni di luglio.
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