martedì 1 aprile 2014

HISTORIA DE EL TANGO

Carissimi lettori bentrovati!
Questa volta approfondiremo la storia di un ballo…direi “il” ballo, forse quello più affascinante tra le danze: il TANGO ARGENTINO.
Il tango argentino (o tango platense) nasce tra il 1880 e il 1900 nella terra compresa fra Buenos Aires (capitale dell’Argentina) e Montevideo (capitale dell’Uruguay), città che fiancheggiano l’estuario del Rio de la Plata. Risalire all’esatta origine del tango non è semplice perché esso è un miscuglio di danze, linee melodiche e ritmi differenti, 

un prodotto di cultura meticcia, nato da un fondersi di generi provenienti da paesi diversi, dall’incontro di persone emigrate dal loro paese, sempre povere, infelici e nostalgiche.
"Il tango è un pensiero triste che si balla", così disse Enrique Santos Discépolo, illustre musicista e compositore argentino, forse secondo come popolarità nell’universo del tango solo al grande Astor Piazzolla.
Il nome ”tango” deriva probabilmente dalla parola “tamburo” ma anche dal latino “tangere” ovvero “toccare”: nasce come ballo popolare, amato dalla gente semplice e snobbato invece dalle classi sociali più elevate, ballato inizialmente tra soli uomini nei bassifondi di Buenos Aires “a 10 centesimi il giro compresa la dama”, fino ad arrivare nei salotti europei dei primi del ‘900 in forme più eleganti e stilizzate.
I primi tanghi venivano suonati per le strade da piccole orchestrine ambulanti, di solito terzetti, che usavano come strumenti il flauto, la chitarra e il violino.
L’introduzione del pianoforte e del bandoneon (fisarmonica utilizzata quasi esclusivamente per questa danza) nei primi anni del Novecento contribuì a spostare definitivamente le orchestre dalla strada ai locali, liberando il tango dall’etichetta di popolare per farlo diventare nazionale, e ben presto internazionale.
Per riuscire ad entrare almeno un po’ nel ”mondo tanghero” dobbiamo innanzitutto toglierci dalla mente gli stereotipi che circondano questo ballo: acrobazie, capelli in “radica di noce”, rosa rossa in bocca e casquet.
Il tango è piuttosto una filosofia, un modo di vivere, un improvvisare la vita danzando, creato dal popolo per trovare un’identità e superare le difficoltà dell’integrazione, per sentirsi parte di una nazione che il più delle volte non apparteneva loro. Dopo una prima fase dominata dalla sensualità, il tango si è sviluppato in una moltitudine di stili, posizioni, figure, passi e variazioni sul tema dell’abbraccio. Il corpo dell’uomo e della donna, uniti, esprimono la necessità del contatto fisico, la necessità di non rimanere soli, di scappare dalla guerra, dalla schiavitù, dalla miseria, dal proprio destino.
Nessun altro ballo al mondo ci tocca tanto nel profondo quanto il tango.
Il ritmo è fortemente cadenzato, ha una melodia non uniforme che è più spinta e meno spinta (lento- lento, veloce- veloce) e ciò comporta un’accelerazione e decelerazione dei passi, in armonia con la musica stessa, musica che ha sempre un’inflessione verso il minore ed è quindi triste, malinconica ma anche piena di sentimento.
Le coreografie hanno dovuto tener conto, fin dall’inizio, della particolare struttura ritmica di questo ballo: cavaliere e dama sono abbracciati stretti, in modo tale che la dama può percepire i movimenti anche improvvisati del partner, i bruschi cambi di direzione, e può farsi guidare senza problemi. Non a caso, la donna nel tango era chiamata ”seguidora” perché doveva saper seguire il cavaliere con eleganza e leggerezza.
Dal 1908 in Argentina si organizzano competizioni di tango platense, mentre in Europa è nata nei decenni una nuova forma di tango detto internazionale, standardizzazione del tango europeo, molto diverso da quello argentino: dal 1996 i balli standard (tra cui il tango) e quelli latini sono entrati anche nelle competizioni olimpiche.
Diversamente da altre danze, che dopo essere salite alla ribalta si sono perse nel nulla, il tango ha fatto la storia dei balli di coppia e continua a farla…ed è per questo che, fedele al mio stile, continuo e continuerò a salutarvi col mio blasfemo casquet sbilenco con la solita gambetta alzata!
Al mese prossimo!

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