martedì 1 aprile 2014

AIUTO!!!!!

Pochi giorni fa a Roma sulla vetrina di una panetteria del popoloso quartiere Tuscolano è comparso un cartello :  “È severamente vietato l’ingresso agli zingari” ha scritto il titolare e, probabilmente ritenendosi padrone pure del marciapiede, ha aggiunto: “Anche davanti al negozio”. Tra l’altro ha scelto la settimana
mondiale contro il razzismo, ma credo che di questo particolare non era a conoscenza .
Questa notizia ha fatto il giro di tutti i quotidiani, tv, ha indignato persone , associazioni. E’ diventata virale sul WEB.
Perfetto , ad un’azione shock corrisponde un’energica risposta, di questo sono molto contenta.
A questo punto però mi pongo la domanda: bisogna arrivare sempre all’azione limite per ottenere una reazione o potremmo attivarci prima
con azioni atte a sensibilizzare  il Paese alla cultura della diversità?
Il mio locale ,vicinissimo al luogo dove è accaduto il fatto., da ormai tre anni  è spesso impegnato in attività che agevolano la conoscenza di  culture diverse dalla nostra, da quella degli immigrati a quella dei rom, sinti e camminanti, quest’ultime  molto diverse per storia e cultura tra loro, ogni volta invio il comunicato stampa alle testate giornalistiche e mai, mai nessuna  si è interessata .
Lo faccio  attraverso incontri spettacolo, proiezioni di corti, e poi scambio di impressioni e informazioni con i diretti interessati, eppure non ho visto queste folle intervenire, né per curiosità, né per conoscenza, né per ostilità.
Giovedì scorso ho proiettato un corto di un regista siciliano che affronta il tema del bullismo e dell’omofobia. Ho invitato al dibattito le ass.ni  arcigay e arcilesbiche, molti professori e psicologi. Nessuno di loro si è presentato.  Da non crederci il quotidiano LaSicilia ha dedicato mezza pagina all’argomento, il regista e gli attori principali sono arrivati dalla Sicilia per il confronto con il pubblico  e i quotidiani di Roma non hanno ritenuto utile segnalarlo.
E quando dico invitare intendo via mail, via telefono, via FB, Twitter, a voce , quindi praticamente impossibile  dire “non lo sapevo” al massimo “mi sono dimenticato” o “non avevo tempo” e comunque neanche due righe per giustificare l’assenza.
Tutto questo per dire che nel nostro quotidiano, a meno che non siamo coinvolti  con la problematica per motivi familiari,  difficilmente ci interessiamo al bene comune, e per quanto riguarda le associazioni se non c’è un ritorno di immagine  non  danno la  dovuta importanza  alle piccole iniziative, che pur se non hanno risonanza mediatica,  sono una goccia in un oceano , e goccia dopo goccia,  possono creare  un’inversione di pensiero.
Tra amarezza e  inguaribile ottimismo però non mi arrendo e chiedo il vostro aiuto a cercare la strada giusta da percorrere:
Cosa bisogna fare per destare curiosità e interesse nella gente oggi? Quale formula bisogna utilizzare per far sì che la gente partecipi attivamente al cambiamento culturale del nostro Paese ?
Attendo fiduciosa tutti i consigli che vorrete darmi.



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