Pochi giorni fa a Roma sulla vetrina di una
panetteria del popoloso quartiere Tuscolano è comparso un
cartello : “È severamente vietato
l’ingresso agli zingari” ha scritto il titolare e, probabilmente ritenendosi
padrone pure del marciapiede, ha aggiunto: “Anche davanti al negozio”. Tra
l’altro ha scelto la settimana
Questa notizia ha fatto il giro di tutti i quotidiani, tv,
ha indignato persone , associazioni. E’ diventata virale sul WEB.
Perfetto , ad un’azione shock corrisponde un’energica
risposta, di questo sono molto contenta.
A questo punto però mi pongo la domanda: bisogna arrivare
sempre all’azione limite per ottenere una reazione o potremmo attivarci prima
con azioni atte a sensibilizzare il Paese alla cultura della diversità?
con azioni atte a sensibilizzare il Paese alla cultura della diversità?
Il mio locale ,vicinissimo al luogo dove è accaduto il
fatto., da ormai tre anni è spesso
impegnato in attività che agevolano la conoscenza di culture diverse dalla nostra, da quella degli
immigrati a quella dei rom, sinti e camminanti, quest’ultime molto diverse per storia e cultura tra loro,
ogni volta invio il comunicato stampa alle testate giornalistiche e mai, mai
nessuna si è interessata .
Lo faccio attraverso
incontri spettacolo, proiezioni di corti, e poi scambio di impressioni e informazioni
con i diretti interessati, eppure non ho visto queste folle intervenire, né per
curiosità, né per conoscenza, né per ostilità.
Giovedì scorso ho proiettato un corto di un regista
siciliano che affronta il tema del bullismo e dell’omofobia. Ho invitato al
dibattito le ass.ni arcigay e
arcilesbiche, molti professori e psicologi. Nessuno di loro si è presentato. Da non crederci il quotidiano LaSicilia ha
dedicato mezza pagina all’argomento, il regista e gli attori principali sono
arrivati dalla Sicilia per il confronto con il pubblico e i quotidiani di Roma non hanno ritenuto
utile segnalarlo.
E quando dico invitare intendo via mail, via telefono, via
FB, Twitter, a voce , quindi praticamente impossibile dire “non lo sapevo” al massimo “mi sono
dimenticato” o “non avevo tempo” e comunque neanche due righe per giustificare
l’assenza.
Tutto questo per dire che nel nostro quotidiano, a meno che
non siamo coinvolti con la problematica
per motivi familiari, difficilmente ci
interessiamo al bene comune, e per quanto riguarda le associazioni se non c’è
un ritorno di immagine non danno la
dovuta importanza alle piccole
iniziative, che pur se non hanno risonanza mediatica, sono una goccia in un oceano , e goccia dopo
goccia, possono creare un’inversione di pensiero.
Tra amarezza e
inguaribile ottimismo però non mi arrendo e chiedo il vostro aiuto a
cercare la strada giusta da percorrere:
Cosa bisogna fare per destare curiosità e interesse nella
gente oggi? Quale formula bisogna utilizzare per far sì che la gente partecipi
attivamente al cambiamento culturale del nostro Paese ?
Attendo fiduciosa tutti i consigli che vorrete darmi.
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