Prendete un compositore francese, un gruppo musicale irlandese, uno studio d’animazione belga e un character desing che sembra uscito direttamente dal cartone “Kim Possibile”.
No, giuro che non sono i postumi di San Patrizio a parlare.
Voglio raccontarvi di un incantevole lungometraggio del
2010, ambientato in una bellissima e florida Irlanda del nono secolo dopo
Cristo.
Siamo a Kells, nella contea di Meath, dove l’abate Cellach e i suoi monaci lavorano instancabilmente alla costruzione di altissime mura che hanno lo scopo di frenare le incessanti incursioni vichinghe. Tutti si aspettano che il giovane Brendan, vivace e curioso, segua le orme di suo zio, l’abate… ma il destino sembra avere in serbo per lui un compito assai diverso.
Siamo a Kells, nella contea di Meath, dove l’abate Cellach e i suoi monaci lavorano instancabilmente alla costruzione di altissime mura che hanno lo scopo di frenare le incessanti incursioni vichinghe. Tutti si aspettano che il giovane Brendan, vivace e curioso, segua le orme di suo zio, l’abate… ma il destino sembra avere in serbo per lui un compito assai diverso.
Istruito da fratello Aidan nello scriptorium, Brendan è
presto affascinato dall’arte complessa e dai disegni ipnotici delle miniature
medievali. Il libro di Kells, manoscritto incompiuto che gli viene mostrato dal frate, deve
essere ultimato. L’amore di Brendan nei confronti dell’arte lo spingerà a
disubbidire agli ordini di suo zio e ad allontanarsi sempre di più dall’abbazia
di Kells, verso il folto cuore della foresta, dove ha inizio la sua avventura.
Incantati: questo è il termine con cui posso definire ogni
paesaggio e ogni fotogramma della minuta, brillante gemma che è “The Secret of Kells”. I raggi di luce che filtrano tra i rami degli alberi, la lucentezza
argentea della nebbia, i simboli criptici sulle pareti del monastero e i labirinti
infiniti di foglie, radici e fiori che si intrecciano a richiamare le
meravigliose composizioni dell’arte insulare. Tutte le immagini sembrano
raccontare una storia a sé, essere allo stesso tempo il quadro e la cornice. Il
tratto geometrico e straordinariamente onirico dà vita ad una serie di
espressivi personaggi che, quasi a imitare ancora l’arte antica, sono
volutamente stilizzati, sottolineando la bellezza e la complessità di ciò che
li circonda.
Se amate, oltre l’animazione, la musica, avete un altro
ottimo motivo per guardare questo lungometraggio. Ascolterete i Kíla, musicisti irlandesi e autori di melodie
tradizionali e non, e il compositore francese Bruno Coulais a cui va il merito
di aver scritto la colonna sonora eseguita dal gruppo sopra nominato. Musica e arte figurativa vanno di pari passo,
correndo fianco a fianco.
Tomm Moore, regista,
animatore e sceneggiatore nato nell’isola d’argento e smeraldo, sembra essere
appassionato delle leggende che affondando le proprie radici nella storia della
sua terra natia. Dalle divinità come Crom Cruach dell’Irlanda pre-cristiana fino
alle invasioni dei norreni, realtà e folklore si fondono e danno vita a quello
che, a mio avviso, è un piccolo capolavoro. Spero che le Muse continuino a ispiare questo artista.
Da cantante, un posto speciale
nel mio cuore è dedicato alla voce della piccola, dolcissima Aisling.
Guardate il cartone.
Sirna
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