Chi canta spaventa tutti i mali! Miguel de Cervantes
La forza dell'opera consiste in questo: si tratta dello stesso
fascino dell'equilibrista che nel circo fa evoluzioni pericolose senza
rete...ogni sera una rappresentazione irripetibile, sempre diversa dalla
precedente. Il risultato del bel canto può essere composto da tanti fattori: cantare
bene dal vivo, recitare e dare al
pubblico le emozioni create dall'autore, mostrare la bellezza delle voci impostate, ovvero
curate da anni di vocalizzi e di studio faticoso,... sentire la propria voce mutare, essere diversa e
migliorare giorno dopo giorno (cantare senza pensare alla respirazione ma cantare
come quando si parla)... Il buon cantante
riesce a “lavorare la parola” come farebbe un attore quando recita e il pubblico deve poter comprendere tutte le
parole da lui espresse. Il mondo del canto lirico è pieno di maestri purtroppo
non all'altezza che spesso rovinano gli allievi. Il canto è un fenomeno
naturale, è il recitar cantando; non bisogna sforzare non è vero che se spingi
di più e mandi più aria l'ultimo loggionista ti sente..no.. se la voce è
impostata bene ed è “messa tutta avanti”
l'ultimo loggionista ascolta benissimo anche un tuo sospiro… Molti provano a
studiare il canto lirico ma solo uno su cento diventa professionista. Questo
mondo è pieno di poveri cantanti falliti, purtroppo, che studiano anni ed anni
ma non riescono poi nell'impresa di entrare nel mondo professionale..In Italia,
secondo me, nelle scuole, dovrebbero mettere come materia di
insegnamento “l'opera lirica mondiale” con insegnanti statali (essa è
patrimonio culturale di tutti noi) . In
questo momento nel mondo, anche a molti chilometri di distanza dal nostro
paese, stanno cantando un'opera in lingua italiana..purtroppo
i nostri politici ignoranti non investono sulla cultura e ..finisco qui il
discorso perché potrei parlare su questo
grave argomento ore..
Era il 1993, se ricordo bene l'anno, ci trovavamo in tournee
con l'orchestra, il coro e il corpo di ballo del Teatro dell'opera di Roma a
Nagoya in Giappone per La Tosca e La Traviata. L’ultima sera alla fine dello
spettacolo salimmo tutti sul palcoscenico noi artisti e le maestranze al nostro
seguito attrezzisti, macchinisti, sarti, parrucchieri truccatori etc.. La prima
tromba ci raggiunse sul palcoscenico e iniziò a suonare “O Sole Mio”..Tutti noi
cominciammo a cantare..ed ecco il miracolo.. tutto il pubblico giapponese si
alzò ed in piedi iniziò a cantare il
brano con noi ...incredibile ..; poi a
Mosca, dopo una tournee in Siberia a Krasnoyarsk e Novosibirsk, nella
prestigiosa Sala Tchajkowsky ho provato
grande emozione nel vedere molte persone del pubblico seguire lo spettacolo con
gli spartiti in mano...
4) Cosa modificheresti, se potessi farlo, di ciò che appartiene
a quel mondo/contesto?
Modificherei tutta la direzione artistica, la sovrintendenza
dei teatri adesso in mano alla politica, il sindacalismo sfrenato: il teatro
lirico non è una fabbrica e non si possono usare i metri e le regole del mondo
produttivo. Non si può suonare la campanella mentre l'orchestra esegue il brano in cui sta morendo Mimi...
Come ho scritto prima è l'aria della Sonnambula di Bellini
che il Conte Rodolfo (basso) canta tornando a casa, non riconosciuto dai
villici del posto . Il conte rivede i luoghi
ameni della sua giovinezza...ma non ritrova più quei giorni, quelle sensazioni... succede sempre anche a me quando torno al mio paese di nascita in Sicilia..,
ritrovo quei luoghi ma non i sentimenti di quando ero fanciullo... è un 'aria
difficile per il basso perché tutta sul
passaggio do diesis che il basso non sa se cantare “aperto” o “raccolto”…
p.s.: ho in repertorio circa 150 opere liriche
Marisa Felice
Nessun commento:
Posta un commento