Durante
un’ora di lezione domando ai miei studenti cosa sia la regola aurea, dopo aver
affermato che si tratta di un principio universale, importante e prezioso, più
antico del Vangelo.
Mi
giungono da punti diversi dell’aula risposte creative e fantasiose, insieme a
regole e principi di tutti i tipi.
È
bello vedere come ognuno ha incamerato in sé, per educazione e percorsi
vissuti, seppur in una breve vita, principi vitali differenti.
Dal
fondo dell’aula finalmente un ragazzo alza la mano: “Professoressa, la regola
aurea è Non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te!”.
Sorrido
perché è vicino e perché questo ‘imperativo’ fa parte della regola aurea.
Invito
la classe a pensare ancora un po’.
Una
ragazza ripercorre con la mente e a voce frasi del vangelo.
Alla
fine rinuncio e mi decido a pronunciare la frase: “Ama il prossimo tuo come te
stesso”.
Un
ragazzo della classe mi guarda e mi dice che è profondamente egoista una norma
che presuppone che si amino gli altri come se stessi.
Gli
domando se è certo di questa affermazione e se ritiene che sia così semplice
amare se stessi, senza autoingannarsi, senza autoelevarsi e senza eludere dai
propri difetti.