Siamo
abituati a concepire i santuari come spazi sacri, dedicati alla preghiera, luoghi
di intimità religiosa tra Dio e uomo. Eppure in un paesino sull’Appennino
marchigiano, tra la provincia di Rimini e quella di Pesaro-Urbino, si trova un
santuario dedicato ai pensieri.
È
a Pennabilli, paese di Tonino Guerra, in cui molte vie raccontano e
testimoniano la sua presenza.
Accanto
al percorso tradizionale fatto di chiese, monumenti, piazze e musei, al
visitatore si apre anche una via inedita e originale, la strada dei luoghi
dell’anima.
dell’anima.
L’itinerario
ideato da Tonino Guerra e che, ora, a qualche anno dalla sua morte, ne
custodisce la memoria, è un vero e proprio cammino negli spazi dell’anima.
È
così che ogni visitatore si trova a camminare e meravigliarsi tra L’Angelo coi
Baffi, Il Rifugio delle Madonne abbandonate, La Strada delle Meridiane, L’Orto
dei frutti dimenticati e Il Santuario dei Pensieri.
Sono
spazi speciali, unici, per rimanere a tu per tu con la propria anima. Ed è qui,
nel Santuario dei Pensieri, che viene rovesciato il nostro ordine mentale. Non
è un santuario per mettersi in relazione con una divinità, ma uno spazio sacro
per ascoltare e dialogare con i propri pensieri.
È
un piccolo giardino, delimitato dai ruderi delle mura perimetrali di una stanza,
in un angolo quasi nascosto di Pennabilli. Entrando da una porta si trovano
sette sculture in pietra che Tonino Guerra definiva come ‘sette specchi per la
mente’. Sono sette totem silenziosi di forma diversa o, come vengono descritti
all’ingresso del giardino, sette confessori muti.
Sostando
davanti ad ognuno di loro, ciascuna delle sette forme con sagome diverse
raccoglie pensieri differenti e evoca percorsi interiori. Ci si trova davvero davanti a uno specchio di
pietra a cui confidare pezzi di vita, segreti indicibili, riflessioni,
sensazioni, considerazioni sull’esistenza, verità tenute per sé, desideri e
paure. I confessori muti ascoltano, accompagnando il visitatore in un percorso
silenzioso dentro la propria anima. C’è per sedersi un piccolo sedile di
pietra, perché i confessori muti hanno tempo e pazienza per ascoltare e per
lasciare che emergano i pensieri nascosti di ciascuno.
Si
esce più leggeri, più liberi, con l’animo che scorre meglio.
Un
santuario continuerà a custodire i nostri pensieri e a ricordarci che il
pensare è un atto importante, prezioso, sacro e che va coltivato come un
giardino.
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