Bentrovati, cari lettori!
Ecco che ancora, in un altro primo del mese, si rinnova questa
piccola rubrica sull’Irlanda, sulla sua musica e le sue tradizioni.
Oggi voglio scrivere su un argomento insolito. Molto
probabilmente ne avrete sentito parlare a proposito della cucina giapponese;
forse qualcuno di voi ne ha letto, in qualche blog di appassionati di ricette
esotiche…
Sto parlando di alghe.
Per molti anni e soprattutto in tempi passati, le alghe sono
state utilizzate nell’ isola d’Irlanda per molti scopi, non ultimo, lo
immaginate, come risorsa per combattere le lunghe carestie. Tuttora sono un
piatto tradizionale ed il loro utilizzo non è limitato al campo della
gastronomia; trova impiego in farmacia e addirittura nella creazione di alcuni
pigmenti.
Provate, per un attimo, ad immagine questo paesaggio: il
mare grigio, il cielo e la spiaggia in sfumature del medesimo colore, il vento
che sferza la costa irlandese: in questo scenario, i raccoglitori di alghe sono
chini a recuperare il prezioso dono delle onde.
Dùlamàn: questo il
termine gaelico per indicare la tradizionale figura del seaweed-gatherer. Vi
ricorda qualcosa, per caso? E’ infatti proprio questo il titolo di una nota e
antica ballata popolare.
Il dúlamán gaelach, il cui compito è
recuperare alghe destinate a diventare tintura per stoffa, ha un dialogo con il
più giovane dúlamán maorach, il frutto
del cui lavoro sarà invece portato in tavola sotto forma di zuppe o stufati.
L’oggetto del dialogo è, naturalmente, l’amore per figlia
del più anziano dei due.
Concedetemi un breve divagare. Non so se ci abbiate mai
prestato attenzione, ma le canzoni irlandesi hanno principalmente tre temi
fondamentali, a cui l’ascoltatore, occasionale o perseverante che sia, non può
sottrarsi: l’amore, la guerra e il whisky. E in tutti e tre i casi
probabilmente c’è qualcuno che muore. Ma l’ascoltatore perseverante di questo
genere conosce ogni variazione di sorta, ogni topos che si ripresenta infinite
volte nei testi, non si stancherà mai, a notte fonda, di cantarlo accompagnando
i musicisti di un pub, davanti ad una Guinness…
Ma torniamo a Dùlamàn.
La versione dei Clannad è
probabilmente la più famosa: il titolo dell’album da cui proviene prende nome
appunto da questo noto canto.
Ispirato all’arrangiamento dei Clannad è quello
probabilmente altrettanto popolare delle
Celtic Woman, dal tono forse piuttosto solenne e meno folclorico, se paragonato
ad altre versioni.
Tra tutte la mia versione preferita è quella degli Altan.
Sarà per la voce di Mairéad Ní Mhaonaigh?
Credo di si.
Ma, di nuovo, non
riuscirò a pronunciare questo nome.
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