domenica 1 giugno 2014

Alan Turing e le macchine pensanti (di LidiMatematici)

Impossibile non parlare, in un blog come Vite Creative, del grande matematico e filosofo inglese Alan Turing, oggi ritenuto a buon diritto uno dei padri, se non il padre e fondatore della scienza dell’informazione. Come tanti geni è stato incompreso in vita e, per il fatto di essere gay, addirittura osteggiato. Turing nasce il 23 giugno 1912 a Paddington nei dintorni di Londra.

Si laurea nel 1934 a Cambridge, distinguendosi già per i propri solidissimi contributi in meccanica quantistica, probabilità e logica. Nel 1936 inventa una astrazione matematica del moderno calcolatore: la Macchina di Turing.



Il genio inglese idea una macchina astratta dotata di un alfabeto di simboli, una logica primitiva di elaborazione e, per la prima volta in assoluto, a questi elementi aggiunge una memoria  interna, un nastro, da cui legge e scrive simboli dell’alfabeto. Le operazioni condotte dalla macchina di Turing sono assimilabili, a tutti gli effetti, alle istruzioni dei microprocessori moderni.

Nel suo lavoro di dottorato (1938) in Logica, Teoria dei numeri e Algebra, Turing dimostra che la sua macchina è universale, cioé equivalente a tutti i possibili tipi di macchina calcolatrice. In altri termini, qualsiasi programma di computer scritto in passato, presente o futuro, è convertibile in un suo equivalente eseguibile con la Macchina di Turing.

Turing è un genio di rarissima caratura e si distingue durante la seconda guerra mondiale per aver saputo svelare il segreto di Enigma, il codice di crittografia usato dai nazisti per le proprie comunicazioni. Il suo contributo si rivela determinante per la vittoria degli alleati. Alla fine della seconda guerra mondiale Turing si dedica a tempo pieno allo sviluppo della moderna scienza dei calcolatori, e svolge un ruolo di primissimo piano nella definizione dei principi teorici sottostanti la programmazione, le reti neurali, e l’intelligenza artificiale.

E’ con Turing che la matematica diviene una parte essenziale dei calcolatori e, grazie a ciò, vede l'alba l'Intelligenza Artificiale. A lui dobbiamo il test omonimo: il Test di Turing è il primo tentativo di valutare le capacità di una macchina di adottare un comportamento intelligente, equivalente o indistinguibile a quello di un essere umano. Introdotto da Alan Turing nel suo saggio del 1950 “Computing Machinery and Intelligence“, rappresenta il primo approccio sistematico alla valutazione delle facoltà di ragionamento delle macchine, centrale nell’Intelligenza Artificiale. Turing apre il suo saggio con una domanda che fa venire i brividi al mondo intero:

“Propongo di considerare la questione: le macchine, possono pensare ?”

Il Test di Turing è rivolto ad una macchina programmata per sostenere un dialogo con un essere umano, tramite del testo scritto in forma di domande e risposte. Macchina ed umano vengono separati in due luoghi distinti e un giudice, ovviamente umano, deve valutare quali domande e risposte provengono dalla macchina e quali dall’essere umano. Se il giudice non dimostra di saper distinguere la macchina dall’umano, cioé sbaglia un numero di volte comparabile nel suo giudizio, allora la macchina passa il test. Che una macchina si possa ritenere “intelligente” o “pensante”, avendo passato il Test di Turing, è stato ed è tutt’oggi oggetto di accesissima discussione. Ciò nonostante, la vicenda rende appieno quanto sia stato visionario il brillante matematico inglese.

Negli anni ’50 il lavoro di Turing prosegue, ma stavolta nell’ambito dei modelli matematici sottostanti i processi biologici e fisici. Nonostante i grandiosi successi viene però arrestato come omosessuale, nel 1952, con tanto di revoca del Certificato di Sicurezza. In pratica, Alan Turing viene bollato come una minaccia per la nazione, a dispetto dei servigi resi alla comunità. Muore suicida avvelenandosi con il cianuro, il 7 giugno del 1954.

Le scuse e la riabilitazione tardiva da parte del governo britannico arrivano solamente nel 2009. Così, Gordon Brown:

(…) un matematico molto brillante (…) il cui contributo unico nel suo genere ha contribuito a cambiare le sorti della guerra (…) terrificante di essere stato trattato in modo disumano (…)

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