lunedì 2 giugno 2014

L’IMMORTALITA' UMANA IN UN ANDROIDE AVATAR



L’immortalità umana in un androide AVATAR.


Piacerebbe a tutti vivere per sempre? E se fosse possibile?
Tutto ha un inizio ed una fine, forse l’unica certezza da quando veniamo al mondo è la consapevolezza di dover morire. 

Eppure il miliardario russo Dmitry Itskov ha promosso un progetto, denominato “GF 2045” (Global Future 2045), che promette l'immortalità dell'essere umano entro trent'anni.

Sostanzialmente lo scopo è di immagazzinare tutte le memorie di una persona in un androide che sarà la copia identica dell’individuo umano, in pratica avremo degli Avatar con i nostri ricordi, i nostri stati d’animo e le nostra personalità.
Il progetto prevede quattro fasi di sviluppo.
1a Fase: Realizzazione di un Avatar A, un vero e proprio robot comandato dal cervello umano. È concepito come un BMI (Brain Machine Interface) che sfrutta una tecnologia già esistente. Questo androide sarà comandato dal nostro cervello e risponderà ai nostri comandi. Questa fase dovrebbe realizzarsi tra il 2015 e il 2020.
2a Fase: Successivamente all’Avatar A, verrà sviluppato un Avatar B, un cyborg nel quale verrà impiantato un cervello umano poco prima del decesso della persona.
3a Fase: Questa è la fase che è stata identificata come la più importante e che dovrebbe avvenire entro il 2035, ovvero quando in un Avatar C verrà trasferita l'intera personalità dell'individuo, con memorie, stati d’animo e tutto quello che caratterizzava la persona in vita.
4a Fase: Infine, nel 2045, si otterrà un ologramma, Avatar D, con identità, conoscenze e ricordi dell'essere umano.
Ovviamente tutto questo non può che destare sospetti dal punto di vista etico/morale/religioso.
Ma al di là degli aspetti appena citati… la domanda che ci dovremmo porre è un’altra: ma se un androide con tutti i miei pensieri vivrà per sempre, io che vantaggio ne potrei trarre? Alla fine io morirei comunque e il mio Avatar vivrebbe la mia vita… ma non sarei comunque io!


L’unico vantaggio sarebbe quello di non perdere la conoscenza personale degli individui, che finchè si parla di scienziati o di grandi menti, avrebbe comunque una valenza storico/scientifica importante, ma se dovessimo avere Avatar di ogni persona sul pianeta, saremmo sovrappopolati di persone che sostanzialmente sono esistite e che non sarebbero più vive, ma solo dei replicanti.

Concludo dicendo, come sempre, che il futuro ipertecnologico è alle porte, ma sta sempre a noi umani farne buon uso.


Articolo realizzato da Mirko Elia per Vite Creative

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