domenica 2 marzo 2014

Intervista a Pier Paolo Ferroni (di Alex Ramieri)

Oggi ci imbattiamo non casualmente in un musicista che per carattere, musicalità, tecnica e cuore esprime l’eccellenza batteristica Italiana nel mondo, intendo dire che Pier Paolo Ferroni può essere accostato senza nessun problema a batteristi di calibro mondiale.Come al solito tutte le nozioni biografiche non le inserisco in questo articolo poiché la rete ne è piena.
Inizia l’intervista :
Ciao Pier Paolo ci racconti i tuoi primi passi nel mondo del lavoro musicale cosa è significato per te essere turnista, partecipare ai live oppure alle sessioni di registrazione di artisti più o meno famosi.

Il mio primo ingaggio professionale risale al 1990 nella band Kaoma Brasil Show con la cantante Lea Costa, avevamo un pullman con 2 autisti, a volte l'albergo a volte i viaggi notturni per recarci quindi da un concerto all'altro ed un corpo di ballo stellare con ragazzi e ragazze di rara bellezza e bravura.Ho imparato molto dei ritmi di Bahia: ho imparato a suonare "IL" Samba di Bahia e non LA Samba perchè "Il Samba" è un ballo.



Ho imparato direttamente sul palco il repertorio e le decine di groove annessi a tali brani e ritengo che per un musicista agli esordi non ci sia scuola migliore del palco stesso.
Quindi per me quei groove corrispondevano al repertorio musicale e relativo ballo e non erano affatto partiture di esercizi più o meno complessi contenuti in un libro didattico ben illustrato.Dal 1990 al 1996 ho prevalentemente suonato in tutti i maggiori club della capitale pagato tra le 50.000 e le 100.000 lire a sera a seconda della notorietà della band, consumazione annessa e nessun problema inerente all'odierno "si, ma quanta gente me porti stasera". 
Quindi arrivò il mio primo ingaggio da insegnante nel 1995.Venni chiamato ad insegnare all'Università della Musica quando invece ,come dico sempre, avrei dovuto iscrivermici, avevo tante lacune e pochi punti forti a mio favore e l'accoglienza nei miei confronti non fu delle migliori poiché alcuni veterani si ritrovavano a difendermi dagli attacchi trasversali di altri veterani che mi vedevano come un ragazzotto senza esperienza alla guida di un corso molto impegnativo sulle poliritmie e per giunta al IV° e V° anno, a distanza di anni non li biasimo, le loro contestazioni erano anche per me fondate, non avevo tanto background , ma avevo un'occasione di guadagno, di indipendenza economica ed ero in ogni caso piuttosto sicuro dei miei incastri poliritmici e polimetrici ed avevo una gran voglia di raccontare quelle cose a ragazzi e ragazze del corso e quindi perché lasciare quell'occasione, dopo tutto anche loro (i veterani) avevano avuto una loro prima chance e, stando a quel che mi è stato confidato anni dopo, anche per loro fu una piuttosto deludente prima volta, lavorai molto sodo per ricavarmi uno spazio tutto mio e che non fosse in conflitto con quello degli altri insegnanti.Ricordo a quei miei corsi dei ragazzi bravissimi ora professionisti in prima linea come Roberto Pistolesi ,Carlo Porfilio, Mauro Colavecchi, Davide Piscopo e Roberto Ferrante.Le mie prima sessioni di registrazione: in quegli anni (1990-1993) ero in grado di fare un intero disco in un pomeriggio (con i Montefeltro e con gli Speakin'Arts andò così) oppure non riuscire a registrare neanche un brano in 2 giorni.Col tempo ho imparato ad accorciare i tempi di apprendimento, ho imparato ad essere "aderente" allo stile o alla partitura e soprattutto a non dar l'impressione di "leggere" una parte ma di "suonarla".Questione di tempo, in tutti i sensi.


Cosa significa essere un batterista al giorno d'oggi in Italia ?

Essere un batterista al giorno d'oggi in Italia vuol dire avere una posizione fiscale innanzi tutto, quindi obbligatoriamente della buona strumentazione e preferibilmente un posto dove far fare le prove gratis alle band di piccole e grandi produzioni e saper registrare in home recording alla cifra di 50.00 euro a brano o addirittura a disco se chi commissiona il lavoro decide di fare la voce grossa... parlando seriamente ora, dove sono i giornali dei concorsi per batteristi in orchestra?
C'è tanta buona simulazione nelle scuole ma dove sono le orchestre in cui far palestra dal vivo ? presto detto, sono poche e quelle poche sono occupate da pochi e necessari batteristi che non mollano la presa e non biasimo neanche loro, in fin dei conti se quel posto è il loro e nessun concorso potrà spodestarli perché mai dovrebbero farsi da parte se a questo punto le produzioni hanno fiducia totale in loro?
Devo aggiungere però che nella mia attività didattica e nella mia vita professionale sui palchi di tutta Italia, ho conosciuto tanti batteristi in grado di leggere a prima vista, in grado di rendere anche dal punto di vista scenico per "bucare lo schermo"; ma se non viene data loro la possibilità mi domando anch'Io cosa voglia dire essere un batterista al giorno d'oggi.
Forse essere un batterista oggi vuol dire pagare per andare a suonare, anticipare soldi che forse saranno restituiti.Forse essere un batterista oggi vuol dire pagare per avere lo sponsor come il proprio beniamino e vivere di luce riflessa rendendolo più importante di noi stessi e della nostra stessa vita, foraggiando le sue masterclass e minimizzando le nostre "piccole" iniziative didattiche. Sinceramente, credo che essere un batterista oggi voglia dire avere la capacità di suonare e di relazionarsi con gli altri, di non creare tensioni inutili, di cooperare…..questo per me è essere batterista oggi, questo oggi sono Io.voglio suonare, agevolare, mettere a proprio agio i musicisti, fornire prestazioni di batteria pertinenti al contesto musicale e saper spiccare il volo assieme a tutta la band quando il momento musicale lo richiede o quando la situazione ha bisogno di una "spinta a propulsione nucleare" BAHM !!! Tutti assieme, bellissimo...proprio come la vecchia scuola mi dice si usava fare prima dell'avvento delle "macchine".


Urca !! Pier Paolo, la tua analisi è cruda ma veritiera. Secondo te, perché la musica in Italia (almeno quella che si ascolta su TV / radio / live e cd) premia e quindi promuove ancora la musica melodica stile sanremese, intendo sembra che tutto giri attorno ai soliti nomi famosi ....

Conosco personalmente alcuni dei musicisti di Mario Biondi,di Sergio Cammariere,di Emma Marrone,di Laura Pausini,di Eros Ramazzotti e ti rispondo immaginando siano loro a leggere questa nostra intervista:da quel che vedo e sento quegli artisti da te nominati sono molto richiesti, tanto richiesti e nonostante i danni della pirateria discografica essi vendono molti dischi, sono pieni di migliaia e migliaia di Follower o Fans per dirlo alla Twitter o alla Facebook.
Un giorno andai a suonare in una Jam Session ed vidi una performance della band NEO (Carlo Conti al Sax, Antonio Zitarelli alla batteria e Manlio Maresca alla chitarra).ANDATE A SENTIRE QUESTA BAND!!La musica in Italia ha una certa presa sulla massa appartenente al genere Pop, ma qualcuno di quella stessa massa era con me a sentire i NEO mi spiego?Quelli delle grandi star del Pop sono i grandi numeri, ma ci sono numeri più piccoli dove la capacità creativa non risente affatto della circostanza che invece può offrire un Palasport con luci e motorizzati e migliaia di Watt di potenza.E ti dico che i musicisti degli artisti che mi hai nominato (almeno quelli che conosco Io) non hanno alcun problema ad andare a suonare con budget ridotti o con band affatto famose, anzi lo fanno in continuazione producendo o suonando in dischi di ogni genere musicale.
Ma se non avessi conosciuto di persona quei musicisti sarei stato anch'Io uno di quelli che critica e demolisce la musica Pop Italiana, la realtà è molto più affascinante della fantasia; non fatevele raccontare le cose, vivetele in prima persona, ne guadagna quanto meno lo spirito di sopravvivenza, vi fortifica, ci fortifica, mi spiego?
Ecco perché in Italia la musica "Sanremese" viene proposta è il mercato dei grandi numeri, quello grazie al quale è più facile segnalare ad un giornalista od un promoter il "nome" per piazzare date in giro per le città d'Italia.Immagina se dovessero piazzare 40 date di Pier Paolo Ermanno Ferroni…e chiccazzè, mi spiego?!
D'altronde potrei cercarle io stesso le 40 date in giro per l'Italia se non fosse che dovrei raccontare chi sono e cosa faccio per minimo 40 volte, sempre che riesca a convincere ogni volta e sempre che disponga del denaro da anticipare in telefonate e viaggi … too expensive my dear friend ……


Quale è stata la svolta che ti ha fatto decidere di virare repentinamente dal lavoro di batterista turnista (Frankie Hi ngr, Britti, De Sio) a studio feroce e ostinato della tecnica batteristica ? che esigenza hai avuto visto che comunque vieni da studi importanti come quelli alla Berkley e con Gary Chaffee ? …..

che bella domanda, ti rispondo col candore di una rosa : I miei insuccessi.Ho fallito in più di qualche occasione, non sono piaciuto o non sono stato "ficcante" come si aspettavano e così ho deciso di arricchire i miei studi privati e le mie ricerche personali con la tecnica del MODO o dello stile appropriato, sostituendo quindi la pratica della VELOCITA' per BPM alla VELOCITA' DI PENSIERO e di REAZIONE IMMEDIATA ALLA COSIDDETTA IMPROVVISAZIONE A FOGLIO BIANCO.Ci rimasi male quando ascoltai involontariamente dal mio camerino un mio caro amico musicista che esordì con il leader della band in questo modo: m'aspettavo di meglio (da Ferroni).Prima di quel momento difesi quel mio amico in più di un'occasione e lo difesi in più di una brutta figura che in cui era volontariamente od involontariamente incappato perché tutti finiscono prima o poi nella giornata storta mi spiego?
Trovai non poche situazioni di lavoro per Lui, in così tanti anni, ma quella fu la sua sentenza su di me quando decise di salvare il suo posto per far cadere il sottoscritto in una giornata o meglio una serata forse di mia non particolare brillantezza musicale.Ecco perché ho approfondito, ho migliorato il tiro per non dover più sentire quello spacco nel cuore.


Raccontaci qualche aneddoto o qualche situazione che ti è capitata nei live fatti oppure negli studi o altro che ritieni più opportuno.

Facendo questo mestiere ho potuto finalmente ascoltare alcune performance non proprio edificanti di nomi piuttosto noti del panorama nazionale ed internazionale.Ho sentito minimizzare e ridicolizzare noti batteristi (per me talenti inimmaginabili) a seguito di una seduta di registrazione piuttosto deludente.Ho suonato non poche volte e per circostanza con musicisti a cui sapevo di non piacere affatto ed ho fraternizzato con altri che non credevo potessero suscitare mio interesse alcuno.Ho vissuto in prima persona come ci si possa sentire ad essere considerati batteristi interessanti ed allo stesso tempo batteristi di nessun interesse.Spiego meglio quest'ultimo punto:un giorno aprii il concerto di Virgil Donati e Planet X, suonavo assieme ad Alessandro Benvenuti ospitato nella sua band per il brano : The Time Has Come.Il giorno dopo, nel corso di una masterclass, chiesero a Virgil Donati chi fosse il suo giovane batterista preferito e lui indicò e nominò me sulla base della mia performance vista da lui la sera prima.E pensare che non avevo suonato i suoi paradiddle layer, neanche i fivediddle, avevo suonato un brano la cui batteria era stata arrangiata ed eseguita da me e su misura per Alessandro Benvenuti, il mio modo di ringraziare Alessandro per avermi chiamato a suonare un brano nel suo disco Sonic Design.
Quindi un insegnamento importante per me:
Focalizzare e visualizzare il proprio drumming in un contesto musicale, la stanza è buia anche se piena di gente, ma tu non li vedi, tu hai occhi, orecchie e cuore solo per quel che stai suonando, accertandoti di suonare al dettaglio la musica per cui sei stato chiamato a suonare. Il successo è soltanto un eventuale conseguenza ma non è il mio primo interesse.
Non ultimo il miglior regalo di Natale della mia vita (2013): Una mail personale direttamente da John McLaughlin e da Kai Echkardt, in seguito, riguardo il mio drumming nell'organ trio dedicato alla musica straordinaria del chitarrista di Doncaster, il signor Mahavishnu himself !!! La statistica mi sta indicando la via: l'estero è molto interessato al mio drumming e appena si presenterà l'occasione volerò sicuramente incontro al mio destino.Nel frattempo mi ritrovo in ottima compagnia Italiana, con musicisti straordinari grazie ai quali faccio dischi e suono dal vivo con una certa continuità e sto parlando dei I Virtuosi Dal Pianeta Talento (una piccola orchestra dedicata alla musica di Frank Zappa con alcuni ospiti dalla band originale come Napoleon Murphy Brock) - dell'Organ Trio dedicato alla musica di John McLaughlin (con Sandro Mambella all'organo e Ludovico Piccinini alla chitarra) - di Frequent Flyer Live (con Lorenzo Feliciati, Alessandro Gwiss ed Angelo Olivieri) - dello Studio Interno Zero e lo Studio Blu dove da 15 anni suono le mie batterie per artisti noti, meno noti e colonne sonore di film e cartoni animati - del Tenore Vittorio Grigolo, talento straordinario e l'artista più generoso con cui abbia avuto a che fare (con lui anche Juan Carlos Albelo Zamora, Daniele Bonaviri, Valerio Calisse e Giacomo Vitullo) - delle decine di formazioni condivise con il bassista Pierpaolo Ranieri (impegnato da un anno in una serratissima sequenza di concerti con Roberto Gatto, Massimo Ranieri) - alle incursioni lampo con il bassista Mario Guarini (attualmente in tour con Claudio Baglioni) - ne avrei così tante da raccontare…Le scuole di musica:la Sonus Factor, la Soundville e la Freestroke a Firenze, la scuola Saint Louis nella persona di Claudio Mastracci e quindi lo staff dei docenti della facoltà di batteria per tutte le volte che mi chiamano ad insegnare al loro posto ,lasciandomi piena libertà d'azione sui loro dettagliati ed intensi programmi di studio.
Non sono certamente uno che aspetta il lavoro stando seduto sul divano, siamo in un momento in cui non si lavora tanto, non si guadagna tanto ma la somma fa il totale e a casa è davvero difficile che Io ci passi un intero giorno.


Siamo quasi alla fine di questa bella intervista e ti chiedo, sembra che differenza del passato oggi ci siano pochi musicisti che vanno ad ascoltare/vedere suonare altri musicisti se questo per te è vero, perché succede ?

Per un periodo piuttosto lungo sono stato spettatore ed accanito Fan di molte band:
Ho frequentato Enrico Matta (Ninja) quando presi il suo posto nella band di Frankie Hi Nrg ed ebbi da lui le migliori "lezioni involontarie" sul groove guardandolo suonare proprio sotto la sua batteria in così tante occasioni e tutte live in palasport con audio ad eco eterno e palchi con subwoofer di indicibile pressione sonora.Sono stato un fan assiduo della band di Carolina Brandes con Davide Pettirossi alla batteria ed anche qui ANDATE A SENTIRE QUESTA BAND!!
Appena posso vado a vedere lo stesso Roberto Gatto ricevendo ogni volta una tempesta di informazioni dopo i suoi primi colpi di cassa, rullante e Ride.Ho fissato la matched grip sulla mano sinistra guardando Maxx Furian suonare con Fabio Concato molti anni fa, così tanti anni fa :)
Ero un assiduo frequentatore dei concerto della Tankio Band di Riccardo Fassi ed appresi dalle lezioni involontarie di Alberto D'Anna "live" cosa volesse dire suonare con consapevolezza e controllo dinamico e metrico. (per me Alberto D'Anna è quel drumming nel disco di Umberto Fiorentino "Inside Colors")Ho visto Ellade Bandini in così tante occasioni, ed anche qui cosa vuol dire immediatezza, il momento, come vuoi definirlo: stare sul pezzo ora e non tra un attimo.
Ho visto Gianni Di Renzo dal vivo così tante volte: tradizione mi dicono? Grazie a Gianni Io so bene come suona la tradizione.
Ho visto Dave Di Censo a Boston decine di volte: se non lo hai visto neanche una volta non puoi sapere come si possa riprodurre dell'ottimo, grandioso e trascinante Funk.
Trovo ispirazioni in cose che non riguardano affatto la musica, sono un appassionato del Beniano Culto, mi reco sovente a mostre e spettacoli cosiddetti d'avanguardia.
A dirtela tutta Io sono uno dei pochi che si reca ai concerti dei musicisti, non sono assiduo in questo poiché ho una mia vita e quando decido di andare a vedere un concerto "di musicisti" non ritorno mai a casa deluso o scoraggiato, a volte assisto ad un concerto meno riuscito di un altro (questo accade anche a me quando suono) e manifesto all'artista la mia preferenza per altro concerto con medesima formazione, questo ho visto essere molto apprezzato dai musicisti stessi, a volte li ho visti come dispiaciuti o turbati di non esser riusciti a “performare” come volevano proprio il giorno della mia visita, ma ripeto, questo accade anche a me quando suono e loro mi fanno visita e credo che ciò sia, un pò per tutti, parte di questo bizzarro gioco d'azzardo che è la vita sul palco: Day In Day Out.


Quali sono i tuoi progetti presenti e futuri ?

Suonare la batteria e comporre musica mia (visto che ho frequentato per molti anni quella degli altri),fare musica assieme agli altri e sentirmi bene assieme agli altri.


Salutiamo PIER PAOLO "ERMANNO" FERRONI e la sua musica con un arrivederci sui palchi più o meno importanti ma sempre con il ritmo nel cuore e nella testa.Personalmente Vi lascio ricordando, e mi rivolgo a quei ragazzi/e che iniziano o hanno appena iniziato il loro approccio alla batteria e percussioni che nella musica ci sono anche le pause e i silenzi.

Alex Ramieri

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