mercoledì 1 aprile 2015

Intervista a Carmelo Canto corista del Teatro dell’opera di Roma

Chi canta spaventa tutti i mali!  Miguel de Cervantes



1) Quando hai capito che il canto lirico sarebbe diventato la tua professione, la tua vita ?

Lo capii il giorno in cui feci l'audizione presso il Teatro dell'Opera di Roma per l'assunzione a tempo determinato di una voce da  “basso”  per la stagione intera 88/89 ...il mitico maestro del coro Gianni Lazzari,  già avanti negli anni, mi fece cantare davanti ad una commissione di maestri l'aria della Sonnambula “Vi Ravviso o Luoghi Ameni” quattro volte...poi dopo anni capii il perché di quelle ripetizioni...



2) Qual è il fascino dell’opera ? Qual è la sua forza ? Quali i suoi punti deboli ?

La forza dell'opera consiste in questo: si tratta dello stesso fascino dell'equilibrista che nel circo fa evoluzioni pericolose senza rete...ogni sera una rappresentazione irripetibile, sempre diversa dalla precedente. Il risultato del bel canto può essere composto da tanti fattori: cantare bene dal vivo,  recitare e dare al pubblico le emozioni create dall'autore,  mostrare la bellezza delle voci impostate, ovvero curate da anni di vocalizzi e di studio faticoso,... sentire  la propria voce mutare, essere diversa e migliorare giorno dopo giorno (cantare senza pensare alla respirazione ma cantare come quando si parla)...  Il buon cantante riesce a “lavorare la parola” come farebbe un attore quando recita e  il pubblico deve poter comprendere tutte le parole da lui espresse. Il mondo del canto lirico è pieno di maestri purtroppo non all'altezza che spesso rovinano gli allievi. Il canto è un fenomeno naturale,  è il recitar cantando;  non bisogna sforzare non è vero che se spingi di più e mandi più aria l'ultimo loggionista ti sente..no.. se la voce è impostata bene ed è  “messa tutta avanti” l'ultimo loggionista ascolta benissimo anche un tuo sospiro… Molti provano a studiare il canto lirico ma solo uno su cento diventa professionista. Questo mondo è pieno di poveri cantanti falliti, purtroppo, che studiano anni ed anni ma non riescono poi nell'impresa di entrare nel mondo professionale..In Italia, secondo me,  nelle scuole,  dovrebbero mettere come materia di insegnamento “l'opera lirica mondiale” con insegnanti statali (essa è patrimonio culturale di tutti noi) .  In questo momento nel mondo, anche a molti chilometri di distanza dal nostro paese,   stanno cantando un'opera in lingua italiana..purtroppo i nostri politici ignoranti non investono sulla cultura e ..finisco qui il discorso  perché potrei parlare su questo grave argomento ore..




3) Hai viaggiato molto. Raccontaci  un aneddoto legato al mondo del “bel canto”.

Era il 1993, se ricordo bene l'anno, ci trovavamo in tournee con l'orchestra, il coro e il corpo di ballo del Teatro dell'opera di Roma a Nagoya in Giappone per La Tosca e La Traviata. L’ultima sera alla fine dello spettacolo salimmo tutti sul palcoscenico noi artisti e le maestranze al nostro seguito attrezzisti, macchinisti, sarti, parrucchieri truccatori etc.. La prima tromba ci raggiunse sul palcoscenico e iniziò a suonare “O Sole Mio”..Tutti noi cominciammo a cantare..ed ecco il miracolo.. tutto il pubblico giapponese si alzò ed in piedi  iniziò a cantare il brano con noi ...incredibile ..;  poi a Mosca, dopo una tournee in Siberia a Krasnoyarsk e Novosibirsk, nella prestigiosa Sala Tchajkowsky  ho provato grande emozione nel vedere molte persone del pubblico seguire lo spettacolo con gli spartiti in mano...









4) Cosa modificheresti, se potessi farlo, di ciò che appartiene a quel mondo/contesto?

Modificherei tutta la direzione artistica, la sovrintendenza dei teatri adesso in mano alla politica, il sindacalismo sfrenato: il teatro lirico non è una fabbrica e non si possono usare i metri e le regole del mondo produttivo. Non si può suonare la campanella mentre l'orchestra esegue il  brano in cui sta morendo Mimi...




5) Segnalaci il brano che maggiormente possa rappresentare la tua sensibilità.

Come ho scritto prima è l'aria della Sonnambula di Bellini che il Conte Rodolfo (basso) canta tornando a casa, non riconosciuto dai villici del posto . Il conte  rivede i luoghi ameni della sua giovinezza...ma non ritrova più quei giorni, quelle sensazioni... succede sempre anche a me quando torno al mio paese di nascita in Sicilia.., ritrovo quei luoghi ma non i sentimenti di quando ero fanciullo... è un 'aria difficile per il basso perché  tutta sul passaggio do diesis che il basso non sa se cantare “aperto” o “raccolto”…
p.s.: ho in repertorio circa 150 opere liriche
                                                                                                           Marisa Felice

                   
                               Vi ravviso, o luoghi ameni - Vincenzo Bellini                                                                                               









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