
africano”chumbanca”, trasformatosi poi in”chumbanchata”.
Durante il colonialismo, i “bachateaban”si riunivano
abitualmente per praticare un ballo chiamato all’epoca”fandango”, fusione di un antica danza spagnola con i tamburi
dei rituali dei neri africani.
Con il tempo il significato si alterò, soprattutto
nei primi tre decenni del ventesimo secolo, quando la Bachata viene riconosciuta
come un genere a sé stante che piccoli gruppi musicali suonavano nelle feste di
quartiere durante i ritrovi di famiglie. Musicalmente parlando la Bachata
era”tocada muy mal”, cioè suonata ad orecchio: ogni musicista suonava
liberamente e chiunque poteva unirsi al gruppo per interpretare a suo gusto.
Il rum, che scorreva a fiumi in queste occasioni di
festa, era protagonista delle “bachate”e diveniva complice dei movimenti sinuosi del ballo, ancheggiamenti e ammiccamenti che scatenavano la fantasia dei
presenti in passioni peccaminose...
La borghesia disprezzava questo genere musicale, non
solo perché espressione tipica delle classi povere, ma anche perché le movenze
del ballo venivano ritenute oscene e volgari.
Nella Bachata intesa come ballo la seduzione era, ed
è, la componente primaria: la coppia gioca, il cavaliere porta la dama con
semplicità, senza guide forti(come ad esempio nel Tango), stupendola con passi
sempre nuovi e tenendola sempre molto vicino a sé. L’uomo, proprio come in un corteggiamento
animale, deve impressionare la donna, ma non con figure complicate, bensì con
il “tumbao”, con la velocità delle gambe e con l’eleganza.
Musicalmente la caratteristica che rende riconoscibile
la Bachata da ogni altro genere è indubbiame la chitarra, quel giro ritmico
presente solo nella Bachata tipica dominicana, che accompagna i testi che raccontano esperienze d’amore
nostalgiche: questo ha fatto si che la Bachata venisse definita come “musica de
amargue”(musica di amarezza).
Gli artisti che hanno maggiormente influenzato e
rappresentato la Bachata sono stati dapprima Encarnation, seguito da Luis Guerra; ma il compositore che rilanciò la Bachata, rendendola famosa a livello mondiale
fu Calderon nel 1982 con la canzone Pena por ti. La Bachata iniziò grazie a lui a
diffondersi nelle prime stazioni radiofoniche e in tutte le
classi sociali, anche quelle più alte che fino ad allora si erano mostrate
riluttanti nei confronti di questo genere musicale.
Di recente la Bachata tradizionale si è modernizzata
grazie alla tecnologia, infatti la musica e i suoni che la caratterizzavano da tempo
sono stati modificati e aggiornati anche in base alle necessità del pubblico
attuale. E’ nata così la Neobachata, che ha vissuto un successo globale grazie
soprattutto al gruppo musicale Aventura, quattro ragazzi americani che hanno il
merito di aver creato una nuova linea melodica e un nuovo approccio anche nei
testi pur mantenendo le sonorità e le atmosfere della Bachata vera e propria.
Attualmente esistono due scuole di pensiero sull’interpretazione
del ballo Bachata:
la prima è prettamente dominicana, fedelissima all’originale,
con pochissime figure e un movimento quasi sempre sul posto;
la seconda invece è di stampo tipicamente
europeo, prevede una danza più ricca di figure, importate spesso dalla Salsa ,
dal Merengue e dalla Beguine, il che rende il ballo molto più coreografico e
sicuramente molto più commerciale.
Ultima arrivata
nel mondo Bachata è il “Bachatango”, di origine piuttosto recente, nata dalla
fusione della Bachata con il Tango. La struttura di base è quella della Bachata
dominicana: le figure della Bachata vengono concluse e modificate con parti
tecniche del tango, ad esempio col voleo o col casque, cercando però di
mantenere il ballo dinamico e vitale ma al tempo stesso sinuoso e affascinante.
Ci ritroviamo qui amici lettori il mese prossimo con
la mia seconda intervista.
Buon ballo a tutti!
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