lunedì 1 dicembre 2014

LA BACHATA

Vamos a bachatear!!!!Ovvero”andiamo a fare festa!”

La parola “Bachata”etimologicamente è sinonimo di “fiesta”, ed in principio non  identificava un ballo, significava bere, suonare, ballare e divertirsi, dimenticando per qualche istante le giornate di duro lavoro nei campi.
Nata intorno al 1850, la Bachata nasce nella Repubblica Dominicana prendendo il nome dal termine
africano”chumbanca”, trasformatosi poi in”chumbanchata”.

Durante il colonialismo, i “bachateaban”si riunivano abitualmente per praticare un ballo chiamato all’epoca”fandango”, fusione  di un antica danza spagnola con i tamburi dei rituali dei neri africani.
Con il tempo il significato si alterò, soprattutto nei primi tre decenni del ventesimo secolo, quando la Bachata viene riconosciuta come un genere a sé stante che piccoli gruppi musicali suonavano nelle feste di quartiere durante i ritrovi di famiglie. Musicalmente parlando la Bachata era”tocada muy mal”, cioè suonata ad orecchio: ogni musicista suonava liberamente e chiunque poteva unirsi al gruppo per interpretare a suo gusto.

Il rum, che scorreva a fiumi in queste occasioni di festa, era protagonista delle “bachate”e diveniva complice dei movimenti sinuosi del ballo, ancheggiamenti e ammiccamenti che scatenavano la fantasia dei presenti in passioni peccaminose...

La borghesia disprezzava questo genere musicale, non solo perché espressione tipica delle classi povere, ma anche perché le movenze del ballo venivano ritenute oscene e volgari.

Nella Bachata intesa come ballo la seduzione era, ed è, la componente primaria: la coppia gioca, il cavaliere porta la dama con semplicità, senza guide forti(come ad esempio nel Tango), stupendola con passi sempre nuovi e tenendola sempre molto vicino a sé. L’uomo, proprio come in un corteggiamento animale, deve impressionare la donna, ma non con figure complicate, bensì con il “tumbao”, con la velocità delle gambe e con l’eleganza.

Musicalmente la caratteristica che rende riconoscibile la Bachata da ogni altro genere è indubbiame la chitarra, quel giro ritmico presente solo nella Bachata tipica dominicana, che accompagna  i testi che raccontano esperienze d’amore nostalgiche: questo ha fatto si che la Bachata venisse definita come “musica de amargue”(musica di amarezza).

Gli artisti che hanno maggiormente influenzato e rappresentato la Bachata sono stati dapprima Encarnation, seguito da Luis Guerra; ma il compositore che rilanciò la Bachata, rendendola famosa a livello mondiale fu Calderon nel 1982 con la canzone Pena por ti. La Bachata iniziò grazie a lui a diffondersi nelle prime stazioni radiofoniche e in tutte le classi sociali, anche quelle più alte che fino ad allora si erano mostrate riluttanti nei confronti di questo genere musicale.

Di recente la Bachata tradizionale si è modernizzata grazie alla tecnologia, infatti la musica e i suoni che la caratterizzavano da tempo sono stati modificati e aggiornati anche in base alle necessità del pubblico attuale. E’ nata così la Neobachata, che ha vissuto un successo globale grazie soprattutto al gruppo musicale Aventura, quattro ragazzi americani che hanno il merito di aver creato una nuova linea melodica e un nuovo approccio anche nei testi pur mantenendo le sonorità e le atmosfere della Bachata vera e propria.

Attualmente esistono due scuole di pensiero sull’interpretazione del ballo Bachata:

la prima è prettamente dominicana, fedelissima all’originale, con pochissime figure e un movimento quasi sempre sul posto;
la seconda invece è di stampo tipicamente europeo, prevede una danza più ricca di figure, importate spesso dalla Salsa , dal Merengue e dalla Beguine, il che rende il ballo molto più coreografico e sicuramente molto più commerciale.
Ultima arrivata nel mondo Bachata è il “Bachatango”, di origine piuttosto recente, nata dalla fusione della Bachata con il Tango. La struttura di base è quella della Bachata dominicana: le figure della Bachata vengono concluse e modificate con parti tecniche del tango, ad esempio col voleo o col casque, cercando però di mantenere il ballo dinamico e vitale ma al tempo stesso sinuoso e affascinante.



Ci ritroviamo qui amici lettori il mese prossimo con la mia seconda intervista.

Buon ballo a tutti!

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