lunedì 7 luglio 2014

L'importanza del nutrimento: il lupo Cherokee e il lupo di Gubbio. Lupi a confronto


Un anziano Cherokee stava raccontando al proprio nipote la propria vita.
“C’è una guerra dentro di me. È una lotta molto dura tra due lupi. Uno è cattivo e invidioso, ingordo, responsabile di molte colpe, con risentimento verso il prossimo, indulgente con se stesso, bugiardo e con un orgoglio finto. L’altro invece è buono. È  la gioia, la compassione, l’umiltà, la benevolenza e la verità…
La stessa lotta che c’è dentro di me adesso c’è anche dentro di te, e c’è dentro a ogni persona….”.
Il nipote guarda in su verso il nonno e con gli occhi

pieni di paura gli chiede: “Dimmi nonno, quale di questi due vince?”.
E il nonno in risposta “Quello che nutri….”.

Ho avuto modo di leggere recentemente questa breve storiella che circola sul web e che forse è tratta dalla tradizione degli indiani d’America.
Gli spunti che offre sono molteplici. Può essere letta da una prospettiva psicologica, ma anche da una prospettiva puramente esistenziale.
Già gli antichi filosofi come Platone e Aristotele concepivano la possibilità di due vie: quella del bene e quella del male.
Spesso viene istintivo contrapporre a ciò che è positivo, buono, proficuo, costruttivo il male che invece distrugge, danneggia, rende vano.
La storia dell’anziano Cherokee racconta che queste due anime sono dentro di noi. C’è il bene e il male. Dentro ciascuno di noi c’è questa lotta.
Chi vince? Vince ciò che decidiamo di nutrire con l’attenzione, con la dedizione, con le nostre scelte, con le nostre scale valoriali.
Seguendo la storia dei due lupi, però, viene facilmente da pensare a un’altra storia di origine diversa, ovvero quella del lupo di Gubbio raccontata da Tommaso da Celano nel capitolo XXI dei Fioretti.
Anche in questa narrazione entra in gioco una simbologia ben precisa. Il lupo cattivo diventa buono perché viene sfamato e riceve attenzione. A volte, perché qualche parte di noi non diventi troppo violenta, va ascoltata e curata.
Sembra che sia leggendo la storia dell’anziano Cherokee sia leggendo il racconto del lupo di Gubbio, si possa concludere che è questione di cura. Ciò che nutriamo, ciò verso cui mostriamo attenzione e benevolenza può essere incanalato in modo positivo.
Vince il lupo buono se lo nutro, si mansueta il lupo cattivo se ne comprendiamo i bisogni, il grido e le energie orientate in malo modo.
Le due storie ci invitano a farci riflettere su come nutriamo i vari aspetti della nostra vita e su come ci prendiamo cura di ciò che veramente conta per noi, senza trascurare ciò che grida e chiede ugualmente attenzione.

Annalisa Margarino

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