Arman dirige attualmente
l'orchestra sinfonica S. Croce al Flaminio di Roma
1) Sono
tanti anni che vivi in Italia, ti sei diplomato a Roma al conservatorio di S.
Cecilia, cosa hai conservato della tua cultura di origine ? Nella musica che
componi è presente la sua influenza?
Manco da tantissimo tempo dal mio paese d’origine. Ho
lasciato l’Iran nel 1977 quando avevo 11 anni. Ho conservato la lingua, il
Farsi, ma anche certi schemi di comportamento tipici
del mondo orientale: gli iraniani amano essere ospitali e aperti alle esigenze altrui. Sono forse un po’ troppo complimentosi … ed anche io lo sono.
del mondo orientale: gli iraniani amano essere ospitali e aperti alle esigenze altrui. Sono forse un po’ troppo complimentosi … ed anche io lo sono.
Nella mia musica non utilizzo tecniche compositive
persiane, tuttavia si avverte un clima nostalgico e mistico che pervade quei
luoghi.
La prima cosa che ho imparato dirigendo una orchestra è
l’importanza della comunicazione fra le anime dei singoli individui. Se i
componenti di un organico orchestrale non entrano fra di loro in sintonia, e il
direttore è elemento essenziale affinché ciò avvenga, si può con sicurezza affermare che il
risultato finale sarà un’ esecuzione arida, meramente formale ancorché
tecnicamente corretta.
3) Serve più essere pazienti o autoritari ?
La pazienza deve andare di pari passo con l’autorevolezza.
Si possono imporre linee musicali ed interpretative con fermezza ma sempre
spiegando il perché di certe scelte. Ciò permette che queste vengano condivise. L’orchestra non è proprio un luogo di democrazia. Autoritarismo? Preferirei parlare di monarchia illuminata.
4) Cosa ti ha spinto a fare della musica la tua professione ?
Durante gli studi musicali, quando ero molto giovane, non
mi ponevo davanti alla musica in termini professionali. Ho iniziato tuttavia
molto presto ad insegnare il pianoforte per necessità scoprendo in me una forte
vocazione per la didattica. La composizione e la direzione d’orchestra sono
arrivate più tardi. Purtroppo in un paese come l’ Italia esistono enormi
ostacoli per coloro che scelgono la
musica come professione.
5) Le tue composizioni da dove traggono ispirazione ?
Quasi tutte le mie composizioni hanno avuto inizio in
momenti di grande serenità interiore. Trovo difficile comporre su commissione:
la mia creatività nasce infatti spontaneamente dallo stato d’animo del momento
ed ha una fortissima connotazione
mistica. Posso dire che la mia musica è espressione dello spirito.
6) Scegli per noi uno dei tuoi brani e raccontaci la sua storia
Ho scelto per voi il mio preludio per violoncello e
pianoforte.
Questo brano è stato composto, insieme ad altri, come
colonna sonora originale per lo spettacolo Romeo e Giulietta di Shakespeare con
la regia dell’amico Marco Brogi nel 2005. Rappresenta proprio il momento del
suicidio dei protagonisti. Il violoncello è la voce dell’anima dopo il
trapasso.
La morte di Romeo e Giulietta è una morte per amore, una
morte nobile, dignitosa, struggente che ricorda il martirio dei mistici che,
per un alto ideale, hanno rinunciato a se stessi.
Marisa Felice
"Là fuori
al di là delle idee di falso e giusto
c’è un vasto campo:
come vorrei incontrarvi là.
Quando colui che cerca raggiunge
quel campo
si stende e si rilassa:
là non esiste credere o non credere." (Jalāl al-Dīn Rūmī)
Preludio n 1 per violoncello e piano
Orchestra S. Croce al Flaminio
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