mercoledì 1 ottobre 2014

Un rivoluzionario di nome Niccolò (di LidiMatematici)

Ogni cosa che conosciamo è una conquista, e non possiamo certo asternerci dal dedicare un  post a Mikolaj Kopernik e alle brillanti menti che hanno regalato la teoria eliocentrica al genere umano. L’astronomo polacco nasce a Torun nel 1473 e muore a Frombork nel 1543. Il povero Copernico non ha trovato pace neanche dopo la morte: il punto di sepoltura è rimasto ignoto rendendo di fatto impossibile localizzarne il corpo per quasi 500 anni. I resti dell’illustre astronomo sono stati rinvenuti nel 2005 da un team di archeologhi polacchi che aveva precedentemente identificato l’altare della basilica di Frombork come luogo di probabile sepoltura. La salma di Nicolo Copernicò, a poco meno di mezzo millennio
dalla sua morte, ha trovato pace solamente nel 2010, quando è stata riesumata, identificata e nuovamente sepolta per la seconda volta, nella stessa basilica polacca di Frombork.

Copernico è stato un illuminato, che ha operato in diversi campi anche non propriamente modello_eliocentrico_copernicoriconducibili alla scienza moderna, come ad esempio l’astrologia. Copernico riprende la teoria eliocentrica di Aristarco di Samo, astronomo greco che, oltre 1700 prima, ebbe una brillante intuizione e formulò un’ipotesi incredibilmente corretta per il tempo: la Terra è in moto circolare intorno al Sole, contemporaneamente ruotando attorno al proprio asse.

Proprio nell’anno della sua morte, Copernico culmina il lavoro di riesame delle teorie di Aristarco di Samo nella pubblicazione della teoria dell’eliocentrismo con il De revolutionibus orbium coelestium. La leggenda vuole che Copernico abbia spirato sorridente vedendo il volume stampato. Nell’introduzione, il suo collaboratore Andrea Osiander scrive che la teoria eliocentrica di Copernico costituisce un mero esercizio matematico, da applicare semplicemente per la previsione della posizione dei pianeti ma non necessariamente aderente al vero. Fu questa accortezza a salvare il testo dell’astronomo polacco dall’inquisizione.

Il modello eliocentrico di Copernico deriva da osservazioni e risultati compiute parallelamente anche da astronomi arabi ed era pronto “in bozza” – per così dire – già nel 1514, dopo una prima stesura durata quasi dieci anni. Al lavoro di Copernico contribuì il matematico tedesco Giorgio Gioacchino Retico, il cui padre fu giustiziato per stregoneria. Per paura di ritorsioni da parte della Chiesa Cattolica, la pubblicazione del lavoro dovette attendere ben trent’anni. La richiesta da parte del cardinale di Capua Nicola Schonberg di acquisire il manoscritto non fece che scoraggiare ulteriormente l’astronomo polacco e il suo collaboratore, che ritardarono ulteriormente l’uscita del volume.

Non a caso si dice ancor oggi “Rivoluzione Copernicana”: per la prima volta, dopo migliaia di anni, si tornava a parlare di un modello con il sole al centro e la terra, con tutti gli altri pianeti, a girare intorno. Era una posizione pericolosissima, perché avrebbe destato sicuramente le ire della Santa Inquisizione. Per questo motivo il suo collaboratore Andrea Osiander aveva opportunamente scritto nella prefazione che si trattava di un modello meramente matematico, ma non necessariamente aderente alla realtà.

Fu un’ottima idea: la mistificazione apportata al pensiero di Copernico con la prefazione “addolcita” e la dedica formale al papa Paolo III misero probabilmente il testo al riparo dall’inquisizione per qualche decennio. A fare le spese della portata rivoluzionaria della teoria eliocentrica fu invece il malcapitato Galileo Galilei, che propose l’impostazione matematica di Copernico come modello fisico del reale corredandola da innumerevoli osservazioni sperimentali. L’illustre pisano venne denunciato nel 1614 da Tommaso Caccini, tuonando dal pulpito di S. Maria Novella a Firenze, contro “certi matematici”, che osavano riprendere proprio le teorie copernicane. Il frate in forza all’ordine dei Domenicani, assieme ai Gesuiti, si occupava di “tutelare” la cultura scientifica e teologica.  La storia è tristemente nota: Galileo fu rinchiuso nel carcere di Arcetri e costretto ad abiurare.

La teoria Eliocentrica verrà confermata dal lavoro di Keplero, cui dobbiamo le tre leggi galloway-ewing-sir-isaac-newtonfondamentali per il calclo del moto dei pianeti, valide con buona approssimazione ancor oggi. Nel 1687 Isaac Newton confermò e rese più precise le leggi di Keplero, nel suo modello di Gravitazione Universale.

A Keplero e Newton non dobbiamo solamente importanti risultati in campo astronomico: per la produzione dei modelli i due brillanti matematici fecero fare un balzo avanti al calcolo matematico che si rivelerà fondamentale per i secoli a venire, sviluppando le teorie dei logaritmi neperiani, il calcolo diffenrenziale. Il tutto ebbe impatti rivoluzionari anche sulla fisica, che vanno sotto il nome di meccanica classica. Grazie al loro lavoro l’uomo ha prodotto macchine meravigliose dagli usi più disparati e rivoluzionato l’aspetto del pianeta nell’arco di duecento anni.

 La Chiesa Cattolica non ebbe certo un buon rapporto con i due illustri scienziati: la madre di Keplero fu accusata di stregoneria e Newton di congiura massonica, sebbene entrambi avessero una propria visione e credessero, diciamo a modo loro, in Dio. Galileo è stato riabilitato nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II, dopo circa 400 anni e Copernico, dopo 500 anni, ha finalmente trovato pace in una sepoltura che non lo nascondesse al pubblico.

Oggi, le nostre navicelle spaziali usano le leggi della fisica che questi eroici protagonisti della scienza hanno avuto la forza di regalare all’umanità intera.
(fonte: http://www.lidimatematici.it/ )

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