martedì 1 aprile 2014

I ritmi ed i colori Brasiliani intervista a Reinaldo Santiago.

L’incontro con Reinaldo Santiago si svolge nel suo studio di Cerveteri, come sempre amabilmente mi accoglie e inizia così la nostra chiacchierata con l’intento di far fare al lettore un viaggio attraverso la musica brasiliana e il suo modo di essere :    

1.     Cosa significa oggi la musica brasiliana da cosa e da chi è fatta e qual è il tuo rapporto con essa ?



 I musicisti che mi rappresentano in Brasile sono pochi e sono tutti personaggi appartenenti alle generazioni  passate che hanno fatto la storia, per dirla tutta in questo momento non ascolto molta musica brasiliana questo perché ho tante idee nella testa e vorrei continuare a sviluppare la mia musica, comunque ho certamente i miei batteristi di riferimento :  Edu Ribeiro , Celso de Almeida, Erivelton Silva, Zè Eduardo Nazario, come detto tutti questi batteristi sono della generazione passata.


2.       Raccontaci le varie differenze che ci sono tra i vari generi musicali del Brasile, come si distinguono i principali schemi ritmici, le pause, le dinamiche i colori i famoso battere e levare ….

Guarda puoi non credere ma la maggior parte dei ritmi brasiliani derivano da musica europea :  frevo e  Baiào ricordano i ritmi francesi contaminati dai ritmi napoletani tipo la tarantella, la difficolta per noi batteristi di intrepretare la vera musica brasiliana quella delle origini e delle radici è di ascoltare chi è venuto prima di noi , non esistono codici e neanche tutta la musica è scritta, noi preferiamo suonare sempre e tanto la musica da strada brasiliana.

Un esempio che ti posso fare sul samba tradizionale è quello delle semicrome suonate sui quattro movimenti della mano destra come cerco sempre di portare nei miei ritmi, tanti batteristi degli anni ottanta/novanta studiando le sezioni ritmiche contaminate dal pop o jazz rock dell’epoca suonate da autentici mostri sacri tipo Steve Gadd o Peter Erskine, hanno subito le loro influenze desistendo nel suonare il ritmo tradizionale suonando solo due o tre semicrome con la mano destra, questo magari ha permesso loro di tenere un bel groove ma non è il samba tradizionale.

I batteristi brasiliani devono lavorare tanto con la mano destra e avere tanta fantasia con la mano sinistra.

3.       Non vorrei annoiare i lettori con le solite domande tipo “quando e perché hai cominciato a suonare la batteria”, ma la tua storia è particolare e vieni da un mondo molto distante dalla nostra concezione musicale perciò  ti chiedo perché la batteria e non un’altro strumento ?

Nel quartiere dove sono nato era povero, possiamo dire una piccola favela, quasi tutti i giorni improvvisavano feste e concerti per strada e sin da piccolo ho ascoltato questa musica e volevo suonare e giocare a pallone.

I primi approcci con la musica sono stati suonando il bongò , le percussioni (barattoli) , il basso e il canto e piano piano suonando e divertendomi sono andato avanti, ho veramente iniziato molto tardi i miei studi di batteria, la mia prima batteria l’ho acquistata a 20 anni.

4.       Che tipo di emozioni provi suonando il tuo strumento durante un concerto o durante un assolo ?

Questa è una bella domanda alla quale rispondo volentieri,  ci sono oggi tanti batteristi che studiano e suonano molto bene che purtroppo pensano troppo alle cose che fanno, alla tecnica, all’assolo difficilissimo, questo magari a loro può dar piacere ma nella maggior parte dei casi rimane sul palco non esce tra il pubblico che chiede delle emozioni,  io contrariamente penso costantemente alla musica che si suona, certe volte (magari non visto) riesco anche ad emozionarmi e piangere quando suono un brano che mi piace, io sono per la musica.

5.       Ti ho visto suonare musica brasiliana con un gruppo di musicisti formidabili molto bravi e preparati, gente che vedo suonare spesso nei club e nei live con artisti famosi,  ma in quel live cercavano di essere il più possibile allineati musicalmente a te, quindi ti chiedo che importanza ha il batterista nella musica brasiliana ?


E’ vero, il batterista deve essere il punto di rifermento, deve dare sicurezza alla band, in qualsiasi genere si suoni il batterista deve avere carta bianca ma al tempo stesso restituire tranquillità e sicurezza sempre condividendo tutto e confrontandosi con il resto dei musicisti.
   

6.       Come e perchè sei arrivato a suonare in Italia e quali problemi hai dovuto superare? E’ stato facile ambientarsi ?


In Brasile suonavo con molte band e artisti famosi sono arrivato addirittura a quasi 290 live all’anno, durante una serata ho conosciuto quella che poi ora è mia moglie, dopo poco tempo siamo venuti in Italia.

L’impatto con il mondo musicale Italiano è stato terribile, questo perché i riferimenti di musicisti brasiliani presenti sul territorio non mi hanno aiutato, la cosa strana è che so per certo che in Germania o in Turchia ci sono band formate da gente brasiliana che in un certo senso aiutano nell’ambientamento, mentre non so perché questo in Italia non avviene.

  

7.       Hai avuto l'onore di suonare con artisti internazionali in band di calibro internazionale, c'è un artista da cui ti senti particolarmente attratto artisticamente parlando ?

Senza ombra di dubbio per quanto riguarda gli artisti Italiani il mio preferito è Stefano Bollani mentre al mondo in miei riferimenti preferiti  sono Pat Metheny e ho un sogno nel cassetto di ricevere almeno una volta una chiamata per suonare con Esperanza Spalding, per quanto riguarda il Brasile il mio mito è da sempre Jobim. 

8.       Origem è il tuo nuovo lavoro come è nato e quanto tempo ci è voluto per scrivere tutto il materiale e come è stato il processo di scelta dei musicisti ?

Origem è un progetto nato nel 2003 in Brasile in esso è presente molta nostalgia e ogni brano parte da una storia vera.

I Primi due brani sono stati scritti con il pianista Mikael Mutti e suonati inizialmente con la band Jabuticaba (dal nome di un frutto che mi piace molto)

Ho continuato a scrivere i brani negli anni e nel 2012 finalmente dopo un tour in Martinica abbiamo iniziato le registrazioni dell’album.

Ho scelto 3 musicisti Italiani perché mi piaceva il loro modo di concepire e suonare la musica Brasiliana, abbiamo suonato assieme anche in alcuni live con Claudia Marss  e con Paolo Juric abbiamo scritto il brano che da il titolo all’album ORIGEM.


Ringrazio Reinaldo per la disponibilità e la competenza e consiglio a tutti ma proprio a tutti si ascoltare il suo album Origem ma soprattutto di andarlo a vedere e sentire nei live perché è un’esperienza unica molto istruttiva per chi vuole avvicinarsi ai ritmi della musica Brasiliana.

Personalmente Vi lascio ricordando, e mi rivolgo a quei ragazzi/e che iniziano o hanno appena iniziato il loro approccio alla batteria e percussioni che nella musica ci sono anche le pause e i silenzi.

Alex Ramieri

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